27/01/2022 di Redazione

Professioni Ict, aumenta la domanda nelle aziende italiane

Secondo i dati di Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, le offerte di lavoro per informatici, esperti di cloud, data scientist e altre professioni Ict nel 2021 sono tornate ai livelli pre-covid.

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Le offerte di lavoro per informatici, sistemisti, sviluppatori, data scientist e altri profili riguardanti le professioni Ict in Italia stanno aumentando. Dopo la battuta d’arresto del 2020, un anno profondamente segnato dall’esplosione della pandemia e dal conseguente lockdown, nel 2021 la domanda di professionisti Ict è tornata a crescere. Dai dati dell’Osservatorio Competenze Digitali, realizzato da Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia con la collaborazione di Università Bicocca, risulta che nel primo semestre 2021 siano stati pubblicati sul Web 51.700 annunci relativi a ruoli Ict (suddivisi in otto categorie professionali, cioè ruoli “business”, progettazione, sviluppo, professioni emergenti, miglioramento dei processi,  Service & Operation, supporto IT e ruoli tecnici). 

 

I numeri segnano una crescita rispetto al primo semestre 2020, benché ancora non raggiungano i livelli pre-covid. Nella prima metà del 2019, infatti, erano stati pubblicati circa 57.000 annunci relativi a professioni Ict ricercate. Per farsi un’idea di quanto fossero diminuite le offerte di lavoro Ict nel 2020, si pensi che l’Osservatorio ha conteggiato per tre Regioni, cioè Lombardia, Lazio e Campania, un calo del 21% anno su anno (primo semestre 2020 versus primo semestre 2019).

 

Fra queste tre Regioni, che sono state oggetto di un’analisi più approfondita, si notano sostanziose differenze.  Non stupisce scoprire che in Lombardia si concentrano molte delle opportunità: gli annunci Web conteggiati nel primo semestre 2021 sono stati 17mila, contro i 6.500 del Lazio e ai 1.800 della Campania. Ma è soprattutto significativa la differenza dei sali e scendi verificatesi negli ultimi due anni: l’effetto del lockdown è stato decisamente più drammatico per le aziende ubicate in Lombardia, per cui il numero degli annunci era crollato dai 17.300 del primo semestre 2019 ai 13.000 di un anno dopo;  per le imprese campane, per converso, non ci sono stati scossoni significativi sul fronte della domanda di lavoro Ict.

 

Più ancora delle differenze geografiche, emergono tendenze diverse per i profili richiesti. Sulla categoria dei “profili emergenti”, che include gli specialisti in ambito cloud e Big Data, i lockdown e le incertezze del 2020 hanno avuto un impatto scarso, facendo scendere gli annunci conteggiati in un semestre da 966 (nella prima metà del 2019) a 981. Altre professioni hanno mostrato ottime capacità di recupero, passando dalla tendenza negativa del 2020 a quella fortemente positiva del 2021: fra queste il project manager, il data specialist, il solution designer e il digital consultant.

 

 

 

 

Competenze Ict in trasformazione
L’Osservatorio comprende anche un’indagine sul cambiamento delle competenze digitali in Italia, basata sul confronto tra lo scenario del 2015 e quello del 2021 (primi semestri) in termini di posti vacanti, nuove competenze richieste e presenti nei curricula. Le professioni Ict che si sono trasformate di più sono quelle di  esperto in cloud computing, data specialist, solution designer, data scientist e information security manager. Di contro, account manager, network specialist, systems administrator, esperto in digital transformation e service support sono le figure professionali le cui competenze (presenti o richieste) sono cambiate di meno.

 

Per la presidentessa di Assintel, Paola Generali, le competenze digitali sono “la linfa vitale per le aziende dell'Ict e i talenti il loro capitale più prezioso per alimentare l'innovazione continua”. Assintel invoca il varo di un piano di incentivi che permette alle piccole e medie imprese digitali italiane di “investire sui talenti e dar loro prospettive di remunerazione e crescita competitive”, ha detto Generali. “E di cambiare profondamente il sistema scolastico, obsoleto rispetto alla domanda di mercato, a partire dalla scuola primaria e secondaria”.

 

Una domanda trasversale
Ma la domanda di competenze Ict è trasversale a tutti i settori, o quasi. L’indice di cambiamento tra i 2015 e il 2021 è superiore al 75% tanto per i disegnatori elettrici, quanto per gli impiegati in ambito assicurativo, gli assistenti sociali, gli ingegneri biomedici e gli addetti al montaggio di mobili.  “Il tema delle competenze è trasversale a tutti i settori oltre che centrale per lo sviluppo del Paese”, ha commentato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform. “Dobbiamo affrontare contemporaneamente la sfida educativa rivolta ai giovani e la sfida del reskilling e upskilling che interessa i lavoratori attivi, tenendo conto anche dell’esigenza di migliorare la parità di genere nel mercato del lavoro. Si tratta di diversi milioni di cittadini per i quali pensare a modelli e programmi formativi specifici: servono risorse economiche e serve la collaborazione con le imprese per costruire percorsi formativi che siano aderenti ai fabbisogni dell’oggi - ma ancor di più - a quelli del domani. Vanno pensati percorsi innovativi e scalabili, che rendano le tecnologie digitali anche uno strumento per l’apprendimento”.

 

“L’emergenza sanitaria ha spinto tutti i settori lavorativi verso un’accelerazione della digitalizzazione”, ha commentato Giovanni Adorni, past president di Aica, l’Associazione Italiana per l'Informatica ed il Calcolo Automatico, “e la richiesta elevata di figure professionali con competenze Ict rilevata da questo rapporto ne è la dimostrazione. La rapida evoluzione delle competenze richieste evidenzia però la necessità di un continuo monitoraggio della domanda e di rapidi interventi nei programmi di formazione per far sì che le aziende possano individuare le figure professionali di cui hanno bisogno per accelerare la ripresa ed essere competitive nel mercato. Meccanismi di assessment e certificazione rappresentano uno strumento strategico per assicurare che tutti i professionisti, indipendentemente dalla loro occupazione, sviluppino le competenze digitali adeguate”.

 

Assintel è impegnata a lavorare sul territorio, insieme ad aziende e istituzioni locali, nella definizione di progetti di formazione digitale su figure specifiche e verticalizzate- Assinter, invece, dal 2014 porta avanti una propria accademia di formazione e reskilling per il management pubblico e per la gestione dell’innovazione Ict nella Pubblica Amministrazione.

 

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