Qlik: analytics e dati di qualità per affrontare l’incertezza
Diventare data-first significa consolidare e connettere dati di varia natura, con un focus sulla qualità e non solo sulla quantità.
Pubblicato il 11 luglio 2023 da Valentina Bernocco

“I dati sono l’antidoto all’incertezza”. Con questo slogan si è aperta la tappa milanese del QlikWorld Tour, appuntamento rivolto a clienti e partner della società sinonimo di analytics e Business Intelligence. E l’affermazione non ha bisogno di troppe didascalie: il mondo di oggi è chiaramente dominato dall’incertezza, come i fatti geopolitici degli ultimi due anni hanno dimostrato, creando ripercussioni sull’economia globale e sulle catene di fornitura di numerosi mercati. L’incertezza, su un altro livello, domina anche il lavoro quotidiano di chi opera in azienda, dagli amministratori delegati ai chief information officer, dalla divisione vendite ai responsabili dell’IT.
“Oggi il mondo è più incerto di quanto non lo sia mai stato”, ha detto Stefano Nestani, senior regional director & country leader Italy di Qlik, dal palco milanese. “Basta ascoltare le notizie per capirlo, tra guerre, problemi di supply chain, cambiamento climatico, instabilità politica. E questo impatta anche il settore IT, che diventa più frammentato”. La frammentazione è in parte figlia dello scenario geopolitico, delle contrapposizioni fra Stati Uniti e Cina o tra Europa e Russia, che si riflettono sulle scelte di fornitura tecnologica dall’hardware al software, dai servizi cloud a quelli di cybersicurezza. Ma è figlia anche delle dinamiche tecnologiche ed economiche che negli anni hanno creato, nelle aziende, ambienti IT ibridi (con l’unione di cloud e on-premise) e multicloud. E a tutto questo si aggiunge l’edge computing, il calcolo “periferico”, che secondo Gartner prenderà piede nei prossimi anni al punto che nel 2025 il 50% dei dati aziendali critici sarà creato e analizzato al di fuori dei data center o del cloud.
In questo scenario, cogliere il valore dei dati non solo conviene ma è necessario. “In tempi difficili le efficienze sono necessarie, la competizione cresce e non si possono trasferire i costi sui clienti”, ha detto Dan Sommer, Senior Director, Global Market Intelligence Lead di Qlik. “Quindi le aziende che possono avere accesso alle giuste informazioni e su larga scala saranno vincenti”.
A sostenere questa tesi non è solo chi, da vendor, ha un chiaro interesse a spingere l’adozione di Business Intelligence e analytics. Secondo McKinsey & Company, nelle aziende che mostrano le migliori performance economiche (Ebitda superiore del 25% alla media del proprio settore di riferimento) i dati e gli analytics sono la prima area di investimento e il 50% utilizza l’intelligenza artificiale a supporto delle decisioni.
Dan Sommer, Senior Director, Global Market Intelligence Lead di Qlik
Nella visione di Qlik, per avere successo in futuro le aziende devono diventare data-first. Che cosa significa? Innanzitutto, saper consolidare e collegare tra loro dati provenienti da diverse fonti, utilizzando API e automazioni. “Mettere insieme tutti i dati e usare connessioni affidabili sarà critico”, ha sottolineato Sommer. In secondo luogo, i dati devono essere effettivamente utili per il business, e quindi presentarsi in formati fruibili. Devono, anzi, diventare un prodotto. In terzo luogo, bisogna saper sfruttare i dati per prevedere il futuro, attraverso gli analytics predittivi.
Inoltre, secondo Qlik, in futuro sempre più dovremo preoccuparci della qualità dei dati, della loro accuratezza e affidabilità. “Se c’è velocità dei dati c’è velocità delle decisioni”, ha aggiunto il manager di Qlik. “Ma tutto questo non basta se non c’è la fiducia, che ha che fare con la sicurezza e l’affidabilità dei dati. Se finora è stato importante, immaginate quanto lo sarà in futuro con l’intelligenza artificiale. Già oggi vediamo dati sintetici e fake news mescolarsi alla realtà e abbiamo large language model molto potenti, come quelli di ChatGPT. Credo che la fiducia sarà la chiave per il futuro. Dobbiamo passare dai Big Data ai Better Data. Ci si è preoccupati finora del volume e della velocità dei dati, ma ancora non riusciamo a gestire bene la loro varietà dei dati e la veridicità”.
A proposito di intelligenza artificiale, un tema quasi impossibile da schivare ultimamente, Qlik non è certo rimasta alla finestra, anzi si è mossa con un certo anticipo. “Per mantenere questa leadership in questo mercato un’azienda dev’essere agile e innovativa ma soprattutto in grado di star dietro alle mutevoli esigenze dei clienti, di sapere reinventare sé stessa”, ha spiegato Nestani. “Nel corso degli anni abbiamo costruito una piattaforma end-to-end per la gestione del dato in tempo reale, e cinque anni fa abbiamo introdotto l’AI nella costruzione dei modelli di analytics. Di recente abbiamo rilasciato il connettore per OpenAI e lo scorso maggio abbiamo perfezionato l’acquisizione di Talend. Ora stiamo lavorando per integrare le aziende e i prodotti”.
Presente da 13 anni consecutivi tra i “leader” nel Magic Quadrant di Gartner sul mercato degli analytics, Qlik conta attualmente circa 40mila clienti, 10% dei quali in italia, ed è ben radicata soprattutto nei settori farmaceutico, retail, utility, manifattura, servizi finanziari e sanità (in quest’ultimo caso, solo negli Stati Uniti). L’azienda opera attraverso una cinquantina di uffici in giro per il mondo, ha 3.600 dipendenti e si appoggia a una rete di poco meno di duemila partner.
Molte le priorità strategiche per i prossimi mesi: abilitare l’adozione di servizi cloud; offrire capacità best-in-class negli analytics; creare il data fabric moderno; creare una data pipeline “pronta” per AI e ML; aumentare il numero degli utenti raggiunti. Inoltre si procederà nell’integrazione della tecnologie e del team di Talend. “Lo faremo in modo molto rispettoso”, ha promesso Sommer, “assicurandoci che i clienti di Talend possano continuare a fruire i loro prodotti come hanno sempre fatto”.
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