01/02/2017 di Redazione

Roaming abolito dal 15 giugno, ma non tutti sono convinti

Bruxelles ha fissato i costi all’ingrosso (applicati tra gli operatori) per traffico dati, telefonate ed Sms. Si parte da metà giugno per scendere poi in maniera progressiva fino al 2022. Soddisfatto il commissario al digitale, Andrus Ansip. Contrari inve

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L’Unione Europea dirà addio al roaming dal prossimo 15 giugno. Nella notte Commissione, Parlamento e Consiglio Ue sono giunti a un accordo dopo cinque ore di trattativa sulla progressiva riduzione dei prezzi all’ingrosso che gli operatori si applicano tra loro per offrire i servizi di telefonia e connettività all’estero. La nuova politica sulle tariffe, progressiva, porterà a una riduzione dei prezzi fino al 90 per cento, consentendo così alle telco di offrire servizi di roaming senza applicare costi aggiuntivi. “Era l’ultima tessera del puzzle”, ha spiegato il commissario al digitale della Ue Andrus Ansip. Ma cosa prevede nello specifico l’accordo siglato a Bruxelles? Dal 15 giugno il prezzo all’ingrosso per i gigabyte di traffico calerà dai 50 euro attuali a 7,7 euro, per scendere ancora dal primo gennaio 2018 (sei euro) fino alla cifra finale di 2,5 euro nel 2022.

Valori che in futuro saranno quindi molto più bassi rispetto alla primissima proposta della Commissione, che aveva ipotizzato un paletto di 8,5 euro per gigabyte. Dal punto di vista delle telefonate, si passerà dagli attuali cinque centesimi al minuto a 3,2. Per gli Sms, infine, gli operatori pagheranno ai competitor un centesimo a invio invece che due.

L’approccio di tagli progressivi adottato da Bruxelles è stato adottato per consentire agli operatori di continuare a investire in infrastruttura (soprattutto nel 5G), senza perdere di colpo una fonte di introiti importante. Le nuove tariffe, ha spiegato il Consiglio, sono state fissate sui valori elencati sopra non solo per consentire alle telco di offrire servizi di roaming senza aumentare i costi rispetto a quelli nazionali, ma anche per garantire loro di recuperare i costi all’ingrosso senza incidere sulle tariffe finali applicate ai clienti.

 

 

Non è detto però che quest’ultima ipotesi non si verifichi. Anzi, diversi osservatori sono pronti a scommettere che, una volta abolito il roaming come lo conosciamo oggi, le telco impiegheranno poco tempo per rifarsi sui consumatori rivedendo al rialzo i canoni. Innocenzo Genna, avvocato e profondo conoscitore delle regolamentazioni europee, ha spiegato che il nuovo meccanismo “influenzerà la competizione e permetterà un veloce incremento delle tariffe mobile in tutta Europa”.

“Poiché la maggior parte degli operatori offrono un gigabyte per uno o due euro”, ha proseguito Genna, “è evidente come non saranno in grado di coprire i costi quando dovranno garantire il roaming agli utenti. Per prevenire le perdite, dovrebbero quindi aumentare le tariffe domestiche o addirittura bloccare tali servizi”. Un pericolo reale soprattutto per i piccoli operatori virtuali (Mnvo).

Una posizione simile è sostenuta da David Borrelli, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, che a Repubblica.it ha sottolineato come “a causa delle elevate tariffe massime all’ingrosso i piccoli operatori difficilmente riusciranno a sostenere i costi per garantire il roaming zero a chi viaggia […] nel corso dei negoziati, il Consiglio (e quindi i governi dei singoli Stati membri) ha spinto fino a rialzare la tariffa massima all’ingrosso per il traffico dati”, invece di adottare la prima proposta che prevedeva costi pari a un euro.

 

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