È un incrocio di parabole. Mentre Qualcomm ha deciso di puntare ai Paesi Bassi acquisendo Nxp, Samsung si è rivolta al Texas per rafforzare il proprio business dei chip. L’azienda ha annunciato un investimento da un miliardo di dollari per ampliare le capacità produttive del proprio stabilimento di Austin, capitale dello Stato meridionale degli Usa. La fabbrica, rinnovata nel 2012 grazie a un’altra spesa da quattro miliardi, dovrebbe accogliere entro metà dell’anno prossimo da 250 a 500 nuovi dipendenti. “Gli investimenti nelle strutture miglioreranno l’attuale produzione di System Lsi (sussidiaria di Samsung nel campo dei chip, ndr) per soddisfare la crescente domanda nell’industria dei system-on-chip, soprattutto nel campo del mobile e di altri dispositivi elettronici”, ha scritto il gruppo asiatico in una nota.

Attraverso l’impianto di Austin, inaugurato nel 1997 e che oggi conta circa tremila dipendenti, Samsung non solo realizza i chip per i propri prodotti, ma anche per altri vendor che non dispongono di strutture di proprietà. La capitale del Texas è nota per l’avanzata industria tecnologica e molte aziende della Silicon Valley hanno uffici nella città. La compagnia “locale” più nota è sicuramente Dell, che ha sede a Round Rock, parte dell’area metropolitana di Austin.

Ma vanno citate anche altre società che si occupano di produzione di chip, tra cui Cirrus Logic, Silicon Labs e Amd. Tutte realtà, però, che sono ormai diventate “fabless” e che non dispongono più di impianti produttivi, occupandosi esclusivamente del design dei componenti ed esternalizzando tutta la realizzazione fisica dei wafer.

 

 

La speranza per la capitale texana è quella di rilanciare, almeno in parte, un’industria in costante declino. Secondo dati diffusi dalla testata 512tech.com, infatti, il settore occupa oggi tra le 10mila e le 15mila persone: numeri più che dimezzati rispetto a vent’anni fa. Un’emorragia dovuta anche allo spostamento delle fabbriche oltreoceano, nei più convenienti Paesi asiatici. “Samsung sembra essere l’unica azienda di semiconduttori con base ad Austin che sta investendo” in città, ha spiegato Angelos Angelou, consigliere per lo sviluppo economico.

Secondo quanto appreso dalla testata specialistica, il gruppo sudcoreano non avrebbe richiesto alcun incentivo statale di stampo tradizionale, ma avrebbe fatto domanda per includere l’espansione dello stabilimento in un progetto denominato “Enterprise Zone”. Si tratta di iniziative gestite dalla città di Austin e che devono essere approvate dallo stato del Texas, con cui le aziende possono fruire di appositi rimborsi per spese legate ai macchinari o agli equipaggiamenti.