Semiconduttori, l’Europa punta a quadruplicare la produzione
Con lo European Chips Act a febbraio la Commissione Europea presenterà una proposta legislativa mirata a incrementare le attività di ricerca e sviluppo e la produzione di semiconduttori.
Pubblicato il 24 gennaio 2022 da Redazione

I semiconduttori sono diventati un affare politico. Dopo quasi due anni di crisi di fornitura estesa dai chip per data center a quelli per le automobili, l’Europa è pronta a intervenire con un atto legislativo, lo European Chips Act, mirato a promuovere le attività di sviluppo e produzione di microchip nel Vecchio Continente, così da ridurre la dipendenza delle aziende Ue dai fornitori extraeuropei. “Dobbiamo radicalmente incrementare il ruolo dell’Europa nello sviluppo, nella produzione e nell’impiego di questa cruciale tecnologia”, ha dichiarato la presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante il World Economic Forum di Davos.
Attualmente risiede in Europa solo un decimo del giro d’affari mondiale dei semiconduttori, in un contesto di mercato molto concentrato nelle mani di alcuni colossi asiatici e statunitensi. “Entro il 2030”, ha annunciato von der Leyen, “il 20% della produzione di microchip mondiale dovrà essere in Europea. Tenete presente che di per sé la produzione raddoppierà. Questo significa dover quadruplicare l’attuale livello di produzione europea”.
L’obiettivo è ambizioso e se l’orizzonte temporale del 2030 sembra lontano, non lo è poi molto, considerando che per costruire e avviare un impianto produttivo di semiconduttori servono un paio d’anni. D’altra parte i grandi colossi, tra sviluppatori e fonderie, non sono rimasti con le mani in mano: per fronteggiare la crescita di domanda e risolvere le attuali difficoltà di evasione degli ordini, grandi strategie e grandi risorse sono già state mobilitate da Intel, Tsmc, Sony, Samsung, per citare alcuni nomi.
Il testo dello European Chips Act sarà presentato a febbraio. Al momento la Commissione Europea ha svelato che l’azione legislativa dovrà favorire progressi in cinque aree chiave, ovvero: potenziare la capacità di ricerca e sviluppo europea; assicurare la leadership nel campo della progettazione e della manifattura; adattare le legge statali per supportare le fabbriche europee di nuova concezione; migliorare la capacità di previsione e di risposta ai problemi di supply chain; supportare le aziende innovative di piccole dimensioni.
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