07/05/2016 di Redazione

Sfida a colpi di intelligenza: Viv pensa di poter surclassare Siri

Il bot di intelligenza artificiale sarà presentato la prossima settimana a New York. Grazie all'integrazione con servizi terzi, come Uber, potrà compiere azioni concrete, acquisti e prenotazioni. Ciò che manca a Siri.

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Nella sfida fra intelligenze artificiali, Viv vuol essere ancor meglio di Siri. Nato dai medesimi creatori dell’assistente virtuale dei dispositivi Apple, cioè Dag Kittlaus e Adam Cheyer, Viv è una creatura software, un “chat bot” con ambizioni ancor più elevate: può sostenere conversazioni con più persone contemporaneamente, può ordinare una pizza ricordando otto diverse richieste, può prenotare un tavolo al ristorante sulla base della disponibilità del locale o di un confronto fra i prezzi, e può fare tutto questo senza che all’utente sia richiesto di alzare il telefono o eseguire una ricerca con Google. Tale grado di “autonomia” è reso possibile dall’integrazione del software con applicazioni di terze parti, come per esempio Uber, Florist One, SeatGuru, ZocDoc e Grubhub.

Dopo aver creato, nel 2007, la società che ha dato vita a Siri (poi acquistata tre anni dopo dal colosso di Cupertino), Kittlaus e Cheyer ora guidano una startup domiciliata a San Jose. Con Viv Labs, questo il nome, l’intento è di creare un sistema aperto – ben diverso, dunque, da qualsiasi cosa lavori su iOS – e capace di accedere ai dati di diversi servizi Web e di dialogare con le persone, per poi eseguire delle azioni logiche e conseguenti.

Il documento depositato allo U. S. Patent and Trademark Office, poi diventato brevetto nel mese di marzo, descrive Viv come una “architettura cognitiva in dinamica evoluzione, basata sui contributi di sviluppatori terzi”. L’integrazione con altri servizi è proprio ciò che manca a Siri per renderlo più autonomo e capace di compiere azioni come acquisti e prenotazioni. Ed è ciò che, invece, può vantare Alexa, il servizio basato su machine learning di Amazon. Viv, inoltre, non si limita a eseguire ma a tutti gli effetti “ragiona”: le azioni da lui compiute si basano sui dati ottenuti dal dialogo con gli esseri umani (oltre che da geolocalizzazione, Bluetooth e ricerche Web), più che da semplici comandi vocali.

Secondo quanto si legge sul sito dell'azienda, Viv vorrà essere un "cervello globale". I suoi creatori puntano a portare la sua intelligenza all’interno di diversi tipi di dispositivo: fuori dal Web, non solo sugli smartphone ma anche su smart Tv e automobili connesse. Non sembrano invece (per ora) intenzionati a vendere il loro brevetto e le loro capacità a qualche colosso, ripetendo quanto già fatto con Siri ed Apple. Secondo fonti confidenziali del Washington Post, Google e Facebook avrebbero fatto un’offerta, e a questo si aggiunga che Mark Zuckerberg è un investiture di Viv Labs attraverso Iconiq Capital, la società che gestisce la sua fortuna.

 

 

Per saperne qualcosa in più su questo ambitissimo assistente virtuale, in ogni caso, non dovremo aspettare molto: la prossima settimana Viv sarà presentato ufficialmente, con tanto di dimostrazione delle sue capacità, a New York durante la conferenza Disrupt, organizzata da TechCrunch. Il titolo dell’intervento di Dag Kittlaus (“Oltre Siri: Viv e l’Intelligenza Artificiale as-a-platform”) la dice lunga su quali siano le ambizioni di affermare questa tecnologia come innovazione duratura, in grado di far dimenticare Siri.

 

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