La catena di blocchi profuma di Mediterraneo. È nato ufficialmente il Consorzio Meditchain, fondato e presieduto dall’imprenditore palermitano Marco Di Marco: l’obiettivo del progetto è essenzialmente uno, vale a dire scaricare realmente a terra il potenziale che i registri distribuiti sono in grado di esprimere. Come? Favorendo innanzitutto la realizzazione concreta delle iniziative basate su questa tecnologia, affidandosi a una blockchain permissioned (e quindi privata), e supportando lo scambio di esperienze fra le imprese. “Il Consorzio Meditchain nasce per questo ed è il primo consorzio nazionale che mette insieme una pluralità di soggetti che, pur operando in ambiti diversi, hanno deciso di procedere insieme nello sviluppo di soluzioni basate su questa tecnologia innovativa”, ha dichiarato Di Marco.

L’occhio si rivolge quindi a verticali differenti: dall’agrifood all’e-commerce, passando per i settori bancario e assicurativo, la Pubblica Amministrazione e la sostenibilità ambientale. Al momento hanno aderito al progetto alcune realtà, soprattutto siciliane: da Informamuse, nata nel 2009 come spin-off del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università degli Studi di Palermo e sviluppatrice della piattaforma tecnologica di Meditchain, fino alla banca Popolare di S. Angelo e il system integrator Elmi.

Ma nell’elenco figurano anche le società di consulenza Mdm Holding ed Rmstudio, l’e-commerce Giglio.com e il provider tecnologico Partitalia. “Il Consorzio”, ha aggiunto Di Marco è però “aperto a nuove adesioni. Per Meditchain, infatti, ogni nuovo consorziato aggiunge valore alla rete: più saranno i partecipanti (i nodi, ndr), maggiore sarà la solidità del network e la sua affidabilità”. Il modello dell’organizzazione prevede un “rapporto mutualistico” fra i membri, con la condivisione di costi e ricavi (tramite il token omonimo che regola i rapporti economici e le transazioni fra pari).

A livello tecnico, la blockchain del consorzio è stata sviluppata partendo dal codice di Hyperledger Fabric, gestito dalla Linux Foundation. Ogni nodo comunica con gli altri solo con credenziali rilasciate dall’autorità centrale (Meditchain), che definisce quali partecipanti possono leggere o scrivere sul registro distribuito. In questo modo i consorziati possono diventare un’organizzazione operativa all’interno del network, appoggiarsi a una blockchain per il testing, accedere a un cruscotto riservato ed emettere e gestire smart contract per le applicazioni decentralizzate.

 

L'offerta di Meditchain

 

Il progetto non si rivolge solo all’Italia, ma “guarda anche al Mediterraneo” e a tutti i Paesi che vi si affacciano, ha sottolineato Di Marco. Lo scopo è mettere “in connessione nodi e Stati della regione per sviluppare attività economiche e per innescare processi virtuosi di innovazione sociale. Vogliamo coinvolgere direttamente università, imprese, pubbliche amministrazioni, professionisti e associazioni di tutto il bacino del Mediterraneo, creando un collegamento diretto con l'Unione Europea a partire da Malta, San Marino e Svizzera”.