22/02/2019 di Redazione

Smartphone ancora in crescita nel 2018, ma è merito dei prezzi

Stando ai monitoraggi di Gfk, l’anno scorso il mercato è cresciuto ancora del 5% a valore, a fronte però di una contrazione del 3% dei volumi venduti. Bene il segmento premium.

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La soluzione dei produttori di smartphone alla crisi delle vendite è farli pagare di più. Così è stato, se non altro, in un 2018 che ha segnato per la prima volta una vera e propria flessione, già evidenziata da Strategy Analytics e ora confermata dai dati di Gfk (statistiche derivate dal monitoraggio settimanale e mensile di acquisti via Pos in 75 Paesi del mondo). Rispetto al 2017 il totale delle unità immesse in distribuzione si è fermato a 1,44 miliardi, il 3% in meno rispetto al risultato del 2017. Di contro, per effetto dei nuovi lanci di modelli flagship e della tenuta della fascia premium, il giro d’affari è cresciuto del 5%.

 

 

L’Italia ha replicato in piccolo la dinamica internazionale:  l’anno si è chiuso con 15 milioni e 400 mila unità vendute, il 3,7% in meno rispetto al 2017, a fronte di un incremento di 6,6% del valore, 5,1 miliardi di dollari.

 

 

Gli smartphone, insomma, sono ancora il segmento più importante della tecnologia di consumo, tuttavia il tempo delle vacche grasse per i produttori è finito. Per spingere i nuovi acquisti in mercati tecnologicamente già maturi i produttori devono ingegnarsi maggiormente nel distinguersi dalla concorrenza, mentre il rallentamento della domanda cinese ha già causato qualche malumore ad Apple. E l’anno prossimo sarà ancora più difficile portare nelle casse un segno più, tant’è che il giro d’affari crescerà solo dell’1% secondo la stima di Gfk.

 

Tornando al 2018, gli analisti hanno chiaramente notato una dinamica sopra la media per il segmento premium: i modelli dal prezzo superiore ai 600 euro hanno generato quasi la metà (48%) del valore complessivo del mercato. Ragionando non sul valore ma sul numero di unità vendute, invece, Gfk ci dice che poco più di uno smartphone su dieci (il 12%) tra quelli comprati l’anno scorso costava più di 800 dollari, mentre in poco meno di un acquisto su due (46%) il prezzo era compreso tra i 150 e i 400 dollari, rientrando nella fascia media. Quest’ultima, sottolineano gli analisti, continua a rappresentare un importante terreno di scontro per i brand.

 

Gfk fa notare che oggi il consumatore medio “sempre più spesso preferisce possedere meno articoli ma di qualità superiore, anche pagando un prezzo più alto. D’altra parte, oggi le esperienze sono considerate più importanti del mero possesso dei beni. Innovazioni come una memoria più elevata, uno schermo più grande o una fotocamera con prestazioni elevate non bastano più per colpire i consumatori e stimolare la domanda”. Insomma viviamo in un mondo in cui tutti hanno già tutto (almeno nei mercati tecnologicamente maturi, come il Nord America e l’Europa) e in cui per giustificare un prezzo alto le aziende devono saper stupire, non con esagerazioni hardware fine a sé stesse ma con innovazioni di sostanza.

 

"Gli ultimi modelli di smartphone hanno ormai prestazioni simili a quelle di un PC portatile, ma le nostre ricerche mostrano come queste dotazioni elevate non si traducano in un’esperienza d’uso davvero nuova per i consumatori”, commenta Igor Richter, analista GfK esperto in telecomunicazioni. E lancia uno spunto di riflessione per i vendor: “Il segmento gaming di fascia alta è oggi dei principali motori di crescita per il mercato dei Pc, mentre esiste ancora un potenziale non sfruttato per il gaming evoluto su smartphone”.  

 

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