Smartphone, Xiaomi è pronta a salpare per l’America
L’azienda vorrebbe lanciare i primi smarpthone negli Usa nel 2019. Ma il cammino non sarà facile a causa dei difficili rapporti fra Washington e Pechino. Lunedì 9 luglio la giovane realtà asiatica verrà quotata in Borsa.
Pubblicato il 05 luglio 2018 da Redazione

Xiaomi ha scelto le celebrazioni del 4 luglio, uno dei vertici annuali dell’orgoglio statunitense, per annunciare di essere pronta a sbarcare negli Usa. La dichiarazione è stata fatta direttamente dal senior vice president Wang Xiang, che ha spiegato a Reuters di ritenere il mercato americano “decisamente attraente”. L’azienda cinese, ormai considerata dalla maggior parte degli analisti come il player tecnologico del prossimo decennio (soprattutto nel mobile), starebbe pensando a degli smartphone ad hoc per il Paese guidato da Donald Trump, con il lancio fissato nel 2019. E qui potrebbe nascere già un primo problema, con l’inquilino della Casa Bianca che è impegnato un giorno sì e l’altro pure a sfidare la Cina a colpi di dazi e divieti. Proprio domani infatti scattano nuove tariffe per 34 miliardi su centinaia di prodotti esportati dal Dragone.
Nel caso di Xiaomi, quindi, volere non è potere. La forza economica e tecnologica è sicuramente il principale punto di forza della giovane azienda asiatica, che si appresta tra l’altro a sbarcare in Borsa lunedì 9 luglio, ma per poter commercializzare i propri dispositivi negli Usa (come negli altri Paesi) è necessario siglare accordi con gli operatori telefonici. E, considerando l’ostruzionismo di Washington nei confronti di giganti come Zte e Huawei, il via libera delle autorità competenti (su tutte la Fcc, saldamente in mano ai repubblicani) non è affatto scontato.
E non si tratta soltanto di protezionismo, ma anche di un più ampio discorso di sicurezza nazionale, se è vero che la politica a stelle e strisce (gli esponenti del Gop, in questo, sono supportati anche dai democratici) teme che Pechino possa nascondere strumenti di spionaggio nei dispositivi prodotti dalle proprie aziende. Non a caso Wang ha specificato che le trattative con gli operatori devono ancora approdare a qualcosa di concreto.
Il manager, comunque, al momento ostenta sicurezza e non sembra temere la spirale di tensioni fra Usa e Cina. “Non vediamo perché noi si debba finire nel dibattito politico”, ha commentato il senior vice president, citando i proficui rapporti commerciali con realtà statunitensi del calibro di Qualcomm e Alphabet. È quindi ancora presto per vedere Apple tremare, ma la minaccia di Xiaomi sui player hi-tech consolidati è reale.
La società fondata nel 2010 da Lei Jun è ormai il primo vendor di smartphone in India e, seppure abbia perso quote in madrepatria, ha pianificato un’espansione certosina in occidente, piantando inizialmente le tende in alcuni mercati europei. Dopo Spagna, Russia e Francia è arrivata anche in Italia, a maggio, con l’apertura del primo store ufficiale nel centro commerciale di Arese, nell’hinterland milanese.
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