Softbank ha chiuso l’accordo con Arm sborsando 31 miliardi
L’holding giapponese ha rilevato definitivamente l’azienda di Cambridge che licenzia l’architettura per processori. Solo nel 2015 sono stati consegnati in tutto il mondo circa 15 miliardi di chip basati sulla sua tecnologia.
Pubblicato il 06 settembre 2016 da Redazione

In Giappone fanno le cose veloci. L’holding nipponica Softbank ha confermato che il processo di acquisizione di Arm, azienda britannica che licenzia la famosa architettura per Cpu, si è concluso con successo dopo nemmeno due mesi dall’annuncio. Il valore finale dell’operazione è di circa 31 miliardi di dollari. Da oggi Arm non compare più nel listino dello London Stock Exchange. Le intenzioni di Softbank sono quelle di raddoppiare il personale nel Regno Unito nei prossimi cinque anni, lasciando inoltre il quartier generale a Cambridge con lo stesso management. Per la holding nipponica è la più grande operazione finanziaria di sempre e il gruppo del Sol Levante si può posizionare ora come uno dei principali attori nel mercato dei processori.
Nel 2015 circa sono stati consegnati circa 15 miliardi di processori basati su architettura Arm, il 50 per cento dei quali ha trovato posto in dispositivi mobili. Ma l’ormai ex gruppo britannico commercializza anche piattaforme software e altri componenti hardware per il debugging con i marchi Realview e Keil.
Softbank dovrebbe sfruttare la proprietà del marchio per sostenere la propria strategia di sviluppo nel mercato dell’Internet of Things. La realtà giapponese non è nuova a colpi di teatro di questo genere. Nel 2012 la holding acquisì per esempio l’operatore telefonico statunitense Sprint, pagandolo ben 20,1 miliardi di dollari. Allora Sprint era il terzo carrier nel mercato a stelle e strisce, mentre oggi è al quarto posto con 59,5 milioni di abbonati.
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