Il mercato mondiale della stampa 3D vive una situazione dicotomica, che si ripercuote an che sui dati del secondo trimestre 2019. Context identifica quattro segmenti e due di questi hanno registrato un calo. Si tratta, in particolare, dei prodotti destinati alla fascia consumer (con un costo inferiore ai 2.500 euro), che hanno perso il 10% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2018, mentre discorso analogo si può fare per i modelli definiti “professionali”, scesi del 7%, ma in questo caso per ragioni legate non tanto alla domanda quanto a problemi di supply chain generalizzati.
Sul fronte opposto, le stampanti “design” (costo fra i 20 e i 100mila euro) hanno evidenziato un aumento dei volumi pari all’11%, che si traduce in un +26% in fatturato, in qualche misura dovuto all’ingresso di Hp in questo segmento. Meno dinamico il comparto dei modelli industriali, con un aumento limitato al 4%.
Context mantiene un atteggiamento ottimistico, soprattutto per le gamme di prodotti con un costo compreso fra i 2.500 e i 100mila euro. I tre segmenti che ne fanno parte dovrebbero chiudere il 2019 con incrementi oscillanti fra il 13 e il 15%. Dovrebbero continuare, per converso, le difficoltà per la fascia più bassa, che sta registrando flessioni da sei trimestri consecutivi. Proprio questa tendenza ormai marcata, sta spingendo i costruttori a concentrarsi sui target aziendali