14/03/2019 di Redazione

Spesa Ict tricolore in crescita. Il Lazio guida la classifica

I dati dell’ultimo report Assintel sottolineano l’enorme peso degli investimenti sostenuti dalla Pubblica Amministrazione. A livello di macroregione il Nord assorbe il 56% del mercato. Tlc in contrazione, mentre il cloud registra un altro boom. “Può migli

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Quest’anno le aziende italiane spenderanno in soluzioni, servizi e prodotti Ict 30,5 miliardi di euro: una crescita rispetto al 2018 del 2,3 per cento. Sono quindi positive le stime contenute nell’Assintel Report Xl, elaborato dall’Associazione Nazionale Imprese Ict con Cfmt e Idc. Secondo il documento, nel 2019 il Nord del paese coprirà il 56 per cento del mercato, anche se la regione più incline agli investimenti sarà il Lazio (oltre il 20 per cento del totale, pari a 6,5 miliardi di euro), per via della gestione centralizzata della spesa della Pubblica Amministrazione, seguito dalla Lombardia con poco meno del 20 per cento (6 miliardi). Al terzo posto si posizionano Piemonte (4 miliardi) e a ruota Emilia-Romagna (3 miliardi) e Veneto (2,5 miliardi). A livello di macroregioni, la classifica è guidata dal Nord Ovest (35 per cento), seguito da Centro (27 per cento), Nord Est (21 per cento) e Sud e Isole (17 per cento).

Eppure, sottolinea il report di Assintel, la graduatoria cambia se non si considera più la spesa Ict cosiddetta legacy, ma si valutano gli investimenti espressamente riconducibili al percorso di trasformazione digitale delle aziende. In questo caso al primo posto si trovano le realtà del Nord Est, con il 38 per cento delle società che dichiara di aver raggiunto almeno al 50 per cento i propri obiettivi di digital transformation. La classifica vede poi Nord Ovest (32 per cento), Centro (30 per cento) e infine Sud e Isole (16 per cento).

In questo scenario tutto sommato positivo colpisce però un dato: il 40 per cento delle organizzazioni del Nord Ovest non ha ancora considerato o definito la propria strategia digitale, “a testimonianza di una situazione altamente diversificata e frammentata che spesso travalica i confini regionali”, si legge nel rapporto.

 

Mercato tlc in costante contrazione, si salva il digitale

Scendendo nel dettaglio del documento, si nota subito la doppia strada che hanno ormai imboccato gli investimenti delle imprese italiane. Il mercato dei servizi di telecomunicazioni (rete fissa e mobile) si contrarrà quest’anno dello 0,6 per cento, a 7,2 miliardi di euro, proseguendo così un cammino di flessione che dovrebbe durare fino al 2021. Dall’altro lato, invece, la spesa riguardante le tre voci It considerate da Assintel (hardware, software e servizi) crescerà del 2,3 per cento a 23,3 miliardi.

Nello specifico, il segmento hardware registrerà un rialzo dell’1,4 per cento, il software del 5 per cento e i servizi dell’1,3 per cento. Inoltre, gli occhi delle aziende sono maggiormente puntati sulle tecnologie riconducibili alla cosiddetta terza piattaforma, che unisce cloud, mobility, Big Data & analytics e social, oltre che sugli acceleratori dell’innovazione. Si parla quindi di robotica, realtà virtuale e aumentata, IoT, droni e cloud.

 

 

In termini di volume e crescita, è proprio la nuvola pubblica a svolgere il ruolo da protagonista in relazione agli investimenti Ict. La spesa delle società italiane nel 2019 avrà un rialzo del 25 per cento anno su anno, a 1,8 miliardi di euro. A trainare saranno soprattutto i servizi infrastrutturali e di piattaforma (IaaS e PaaS). Sarà positiva anche la traiettoria del cloud storage, con un mercato in aumento del 31 per cento a 206 milioni.

Numeri a parte, Assintel sottolinea che, perlomeno nel breve periodo, è “opportuno riflettere sullo spostamento dell’asse del valore […]. A dover essere compreso è il livello di strategicità pienamente raggiunto dagli investimenti Ict. Sarà quest’ultima consapevolezza, auspicabile a tutti i livelli, che farà da discriminante. È opportuno quindi riflettere sui fattori che possono rallentare questa presa di coscienza, a partire dalla fotografia quasi invariata che l’indagine anche quest’anno ci consegna”. Il punto dolente è allora “il rapporto tra spesa per l’innovazione e risorse per il mantenimento”. Un elemento che, secondo Assintel, “può senz’altro migliorare”.

 

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