08/05/2017 di Redazione

Story Studio senza lieto fine, Facebook non produrrà film in VR

L'azienda di Menlo Park ha deciso di chiudere la divisione cinematografica avviata lo scorso anno con Oculus allo scopo di produrre contenuti originali per i visori di realtà aumentata. Proseguono, invece, le collaborazioni con sviluppatori e società este

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Story Studio, la divisione cinematografica dedicata alla realtà virtuale di Facebook e Oculus, non si è guadagnata il lieto fine. Il progetto non avrà avanti per intuibili ragioni di budget e scelte strategiche dell'azienda. Sorte forse, nel caso del social network e della società (di proprietà di Facebook) produttrice dei visori VR, per il lievitare dei costi di ricerca e per la necessità di focalizzarsi su problemi hardware ancora da risolvere. Così si potrebbe dedurre da un blogpost in cui Jason Rubin, il vice president of content di Oculus, esalta in bicchiere mezzo pieno parlando di un “nuovo capitolo nello sviluppo creativo con la realtà virtuale” e di collaborazioni in programma con produttori di contenuti terzi.

In questo presunto “nuovo capitolo”, che sarà caratterizzato da una maggiore disponibilità di contenuti progettati per la VR, “stiamo cercando il modo migliore per allocare le nostre risorse e avere un impatto sull'ecosistema”, ha spiegato Rubin. “Dopo attente valutazioni, abbiamo deciso di spostare il nostro focus dalla creazione interna di contenuti a un maggior supporto per le produzioni esterne. Come parte di questo nuovo corso, chiuderemo Story Studio”.

Facebook, dunque, rinuncia per il momento allo sviluppo di contenuti originali cinematrografici, interattivi ed esplorabili a 360°, scopo per cui due anni fa era stata creata la divisione Story Studio. Anche con risultati pregevoli, come il cortometraggio di animazione Henry, premiato nel 2016 con un Emmy Award. Ma Rubin ha voluto ribadire il “totale impegno a voler far crescere l'ecosistema dei film e dei contenuti creativi di realtà virtuale”.

 

 

Il sacrificio di Story Studio permetterà di destinare 50 milioni di dollari al finanziamento di artisti indipendenti e creatori di contenuti “esperienziali”, che esulano dai videogiochi. Questo investimento sarà parte dei 250 milioni di dollari stanziati lo scorso anno per sostenere progetti esterni eterogenei, dal gaming alla produzione di video “esperienziali” come quelli delle finali del campionato Nba. Le attività di supporto agli sviluppatori – corsi di formazione, tutorial, manuali, eccetera – non saranno interrotte.

 

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