Suse, un delisting per (ri)provare ad attaccare Red Hat
Eqt Partner, già azionista di maggioranza dell’azienda intende acquisire tutte le azioni sul mercato. La presenza nell’iniziativa OpenEla e questa mossa preludono a sviluppi ancora da valutare nella loro totalità.
Pubblicato il 24 agosto 2023 da Roberto Bonino

Settimana densa di novità, questa, per Suse. A breve distanza dall’annuncio della nuova iniziativa OpenEla, l'editore tedesco del noto sistema operativo Linux omonimo, infatti, ha annunciato il suo ritiro dal mercato azionario.
L'annuncio è giunto da Eqt Partner, detentore del 79% del capitale. L'attuale azionista di maggioranza ha proposto di riacquistare le azioni da altri possessori, al fine di far tornare Suse un’azienda privata e consentire così di ottenere maggiore agilità nell'affrontare una possibile nuova direzione strategica.
La mossa segue un paio serie di eventi significativi che hanno riguardato l’azienda tedesca. A partire dalla nomina del nuovo amministratore delegato, Dirk Peter van Leeuwen, lo scorso maggio. Figura di spicco nel settore, van Leeuwen è noto per aver guidato in passato Red Hat. Il manager, la settimana scorsa, ha poi annunciato l'assunzione di Frank Feldmann, altro dirigente senior proveniente proprio da Red Hat. Questo duo di esperti mira a definire e guidare la nuova strategia commerciale di Suse, avendo ben chiaro quale sia il player di riferimento e conoscendone le strategie.
In parallelo, è stato annunciato un investimento di 10 milioni di dollari nello sviluppo di un "fork" di Linux basato su Red Hat. Questa mossa è arrivata in risposta alla decisione di quest’ultima di non condividere più i codici sorgenti della sua versione enterprise Rhel. Da qui si è arrivati alla creazione della Open Enterprise Linux Association (OpenEla), un'associazione nata dalla collaborazione tra Suse, Ciq e Oracle.
Va ricordato che Suse offre da tempo il proprio sistema operativo Sles (Suse Linux Enterprise), che ha trovato successo in Europa, specialmente tra le aziende tedesche (a cominciare da Sap), ma ha faticato a raggiungere la stessa popolarità di Rhel al di fuori dei confini europei. Per intenderci, secondo gli ultimi dati di vendita pubblicati, Suse ha riportato un fatturato di 162 milioni di dollari lo scorso luglio, mentre Ibm ha indicato che le vendite di Red Hat costituivano la maggior parte dei ricavi di 6,6 miliardi di dollari della propria divisione software.
L'obiettivo principale di questa nuova strategia sembra essere la sfida (condivisa da Red Hat) al dominio di VMware nei cloud privati. Con l'acquisizione da parte di Broadcom ormai prossima, ci sono segnali di cambiamenti nel settore. Tuttavia, la decisione di Suse di sviluppare un "fork" di Linux basato su Red Hat potrebbe comportare qualche sfasamento rispetto alla strategia fin qui adottata con Sles. Di fatto, l’idea potrebbe essere quella di mantenere il mercato fin qui costruito con il proprio sistema operativo di riferimento, per poi sfruttare il malcontento generato dalle decisioni di Red Hat (soprattutto lo stop agli sviluppi su CentOs e l’introduzione dell’obbligo di licenza per beneficiare degli aggiornamenti di Rhel) e rosicchiare in questo modo quote di mercato.
Dopo varie vicissitudini, Suse ha trovato stabilità da quando, nel 2018, è entrato in gioco il fondo d'investimento svedese Eqt Partners. Da allora, l’azienda ha intrapreso una serie di acquisizioni per modernizzare il proprio catalogo, diventando specialista in Kubernetes con Rancher nel 2020, poi nella sicurezza dei container con NeuVector nel 2021. Suse oggi impiega 2.400 persone nel mondo.
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