È svizzero il primo mainframe definito dal software al mondo
La startup elvetica LzLabs ha realizzato una soluzione basata su container, che permetterà alle aziende di migrare applicazioni ora presenti su sistemi legacy verso piattaforme Linux server e cloud open source. Tutto senza riscrivere né ricompilare neanche una riga di codice.
Pubblicato il 14 marzo 2016 da Redazione

Dopo cinque anni di test, la startup svizzera LzLabs (Zurigo) è quasi pronta per l’inaugurazione del primo mainframe definito dal software al mondo. Una soluzione progettata per consentire alle aziende di migrare applicazioni su sistemi legacy verso piattaforme Linux server e cloud open source. Annunciata dai palchi del Cebit in corso ad Hannover, la novità è ancora in fase di testing presso dieci imprese partner e verrà offerta sia nei data center resi operativi da Red Hat Linux, sia tramite la piattaforma cloud Microsoft Azure (abilitando così l’implementazione di nuvole pubbliche, private o ibride). Il mainframe definito dal softwae di LzLabs supporterà i principali ambienti operativi e linguaggi esistenti, in modo che le aziende possano tagliare i costi legati all’hardware e software per mainframe, salvaguardando però gli investimenti in applicazioni, dati e processi.
La soluzione di LzLabs consente alle infrastrutture cloud e Linux di elaborare migliaia di transazioni al secondo, mantenendo i requisiti di affidabilità, scalabilità, manutenzione e sicurezza. L’offerta della startup svizzera comprende una ricostruzione fedele degli ambienti online, batch e database primari, assicurando compatibilità e prestazioni.
La novità elvetica cerca di sbloccare lo stallo in cui molte aziende si trovano oggi, costrette da sistemi legacy complessi a non poter sperimentare nuove strade. “Nonostante vi sia una richiesta praticamente universale di liberare le applicazioni mainframe per migliorare l’interoperabilità, rendere più agili le aziende e ridurre i costi, i rischi e le complessità legati alla riscrittura o ricompilazione dei codici (Cobol o Pl/1, ndr) sono considerati troppo elevati per molti clienti mainframe”, ha commentato Thilo Rockmann, presidente del Cda di LzLabs.
Con oltre il 70% delle transazioni commerciali che avvengono su questi sistemi, infatti, molte imprese dipendono da applicazioni basate su Api obsolete. Queste organizzazioni hanno dovuto abbandonare la compatibilità con i mainframe per spostare applicazioni e dati esistenti verso Linux o la nuvola. In questo modo, la migrazione si è resa molto difficile, perché i dati devono essere convertiti e le applicazioni più complesse devono essere riscritte o ricompilate, oltre a essere collaudate in un nuovo ambiente.
Secondo alcune stime della società, ad oggi esistono circa 220 miliardi di linee di codice Cobol, la cui riscrittura completa comporterebbe costi aggiuntivi per 4.000 miliardi di dollari. La soluzione di LzLabs è basata essenzialmente su container: quando i programmi legacy delle aziende vengono inseriti in queste nuove “gabbie” software, vengono potenziati per funzionare su computer moderni e le vecchie Api sono sostituite con interfacce di programmazione più recenti.
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