Tasse mancate e multa miliardaria, l’Irlanda rifiuta i soldi di Apple
Il governo irlandese ha fatto ricorso di fronte alla richiesta dell’Unione Europea, che in estate aveva giudicato illegale il favoritismo fiscale praticato dal Paese all’azienda di Tim Cook. A Dublino si preferisce rinunciare ai 13 miliardi di euro di rimborso, piuttosto che all’indotto creato dalla Mela.
Pubblicato il 09 novembre 2016 da Redazione

In Irlanda una Mela val più di 13 miliardi di euro. Al governo di Dublino sta molto più cuore il business creato da Apple nella verde isola – occupazione, opere edilizie, energia verde generata dai data center – rispetto al risarcimento multimiliardario imposto all’azienda di Tim Cook dalla Commissione Europea. In agosto quest’ultima, dopo tre anni di lavoro, aveva concluso un’indagine su presunti favoritismi fiscali di cui Apple avrebbe goduto per oltre un decennio, con l’approvazione del fisco irlandese: tra il 2003 e il 2014, un’aliquota ben inferiore al 12,5% previsto dalla tassazione nazionale e limitata invece a un minuscolo 1%, poi addirittura sceso allo 0,005% alla fine del periodo.
Diciamo “presunti” e usiamo il condizionale perché Tim Cook ha continuato a negare, parlando di dati falsi spuntati da chissà dove (“Non ho idea da dove venga quel numero”, “Noi non abbiamo mai chiesto né tantomeno ricevuto alcun trattamento speciale”) e rimarcando come nel solo anno 2014 fossero stati versati nel Paese 400 milioni di euro di tasse. Nell’indagine condotta dall’Ue, tuttavia, si è analizzato come Apple e l’autorità fiscale avessero firmato due accordi di “tax ruling” in base ai quali la società californiana ha potuto contabilizzare in Irlanda utili generati in altri Paesi europei, a tassazione meno favorevole.
Già all’indomani della sentenza, da Cupertino era partito un ricorso in appello, analogo a quelli già attivati in Olanda, Belgio e Lussembrugo per presunti ammanchi fiscali. A quest’azione si affianca ora quella del governo di Dublino: a Bruxelles ieri il ministro irlandese per le Finanze, Michael Noonan, ministro irlandese per le finanze, ha detto di essere “fondamentalmente in disaccordo con le analisi della Commissione Europea, la cui decisione non lascia altra scelta al governo se non presentare ricorso presso la Corte di Giustizia”.
Un rendering del nuovo data center che dovrà sorgere ad Athenry
È lecito aspettarsi un iter lungo per entrambi i procedimenti, dati sia l’estrema complessità della materia sia gli interessi in gioco. Sul giro d’affari generato direttamente e indirettamente da Apple in Irlanda è difficile tracciare una stima, ma basti pensare che per la sola costruzione del nuovo data center ecosostenibile che dovrà sorgere ad Athenry, nella contea di Gallway, è previsto un investimento di 850 milioni di euro. La struttura sarà inizialmente destinata a far da supporto a servizi come iTunes, App Store, iMessage, Mappe e Siri), ma nel corso di quindici anni potrà espandersi fino a comprendere un massimo di otto blocchi.
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