22/11/2021 di Redazione

Tim nelle mire del fondo Kkr, ma il Governo può opporsi

Il fondo statunitense ha presentato un’offerta “amichevole” per comprare la telco per 10,8 miliardi. Il Governo italiano può far valere il Golden Power, come chiedono i sindacati.

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Un’ombra statunitense cala su Tim, il principale operatore di telecomunicazioni italiano: il fondo Kkr (Kohlberg Kravis Roberts) ha presentato all’azienda di Luigi Gubitosi un’offerta d’acquisto “amichevole”, “non vincolante e indicativa” pari a 10,8 miliardi di euro. Un’offerta generosa, che riconosce alle azioni Tim un valore di circa il 60% superiore a quello dell’ultima quotazione in Borsa (circa 0,5 euro ad azione, anziché 0,35) e che valorizza decisamente la società di telecomunicazione rispetto al suo attuale stato finanziario. 

Ma non sarebbe certo la prima volta. Vivendi, che dell’operatore italiano possiede il 24% del capitale, aveva comprato la sua parte di titoli a un costo ancora superiore, circa 1,03 euro (l’altro socio di peso è Cassa Depositi e Prestiti, che ha il 9,81% delle quote). Oggi il valore di Tim in Borsa è di circa 7,4 miliardi di euro e sull’azienda pesano 22,5 miliardi di debiti. L’eventuale acquisizione è soggetta ai risultati della due diligence che Kkr intende svolgere ma soprattutto, fatto assai più vincolante, è soggetta al parere del Governo italiano, che su questa operazione (considerata sensibile per gli interessi economici e la sicurezza nazionale) può far valere il Golden Power.


Così chiedono i sindacati, preoccupati dei posti di lavoro che potrebbero essere sacrificati in base ai piani di investimento e di ristrutturazione del compratore. Intervistato da Repubblica, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato che “in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non può subire semplicemente la logica del mercato” e ha invocato la definizione di “un piano industriale finalizzato alla costruzione della rete unica senza escludere il ricorso al golden power se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l'interesse industriale ed occupazionale del Paese". 


Anche Vivendi non è certo entusiasta della prospettiva di un passaggio sotto bandiera a stelle e strisce. Il socio francese ha smentito di aver intavolato “qualsiasi discussione con qualsiasi fondo”, citando poi il nome di Cvc e tacendo invece quello di Kkr. Quest’ultimo non è, infatti, l’unico fondo d’investimento interessato a Tim. Secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, oltre a Kkr (affiancato da JP Morgan), hanno messo gli occhi sull’azienda anche Cvc e Advent (affiancato da un partner in via di definizione, forse Cvc).


Mentre il Consiglio di Amministrazione della società ha "preso atto" della manifestazione d'interesse, Il governo dovrà ora ponderare tutti gli elementi in gioco, considerando il rischio dei licenziamenti ma anche le risorse economiche che un fondo estero potrebbe riversare sull’Italia, sullo sviluppo delle nostre infrastrutture a banda larga. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha rilasciato una nota in cui ben poco si sbilancia: “Il Governo prende atto dell’interesse per Tim manifestato da investitori istituzionali qualificati. L’interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto”. Nessun commento, per ora, da parte di Cassa Depositi e Prestiti.

Nel terzo trimestre del 2021 la società ha ottenuto risultati altalenanti, con 3,8 miliardi di euro di ricavi che hanno rappresentato un calo del 2,1% rispetto al dato del terzo trimestre 2020. D’altra parte nei mesi di luglio, agosto e settembre 2021 Tim ha visto crescere di 155mila linee (fino a un totale di 30,5 milioni) il numero delle proprie utenze mobili e ha ridotto al 3% il tasso di abbandono (in calo di un punto percentuale rispetto all’anno precedente). Sulla rete fissa l'azienda è arrivata a contare 16,5 milioni di utenze. Il servizio 5G di Tim è stato riconosciuto da OpenSignal come il più veloce d’Europa.

 

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