28/07/2015 di Redazione

Ultima spiaggia per il mercato Pc: il salvatore sarà Windows 10?

Il nuovo sistema operativo di Microsoft, pronto al lancio domani, dovrà fare i conti con uno scenario difficile: riuscirà a rimpiazzare l’ecosistema ancora più diffuso, vale a dire Windows 7, e a ridare fiato a un comparto in difficoltà? Il settore dei co

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L’attesa è davvero terminata: tra poche ore, Microsoft inizierà a rilasciare la prima versione completa e ufficiale di Windows 10, mettendo così la parola fine a mesi di anticipazioni, release provvisorie e indiscrezioni. Progettato per essere una piattaforma fortemente orientata al lavoro in mobilità e al cloud, l’ecosistema della casa di Redmond verrà distribuito inizialmente a tutti gli utenti che ne hanno fatto richiesta tramite prenotazione, per arrivare poi nelle prossime settimane su tutti gli altri computer compatibili. Senza trascurare un dettaglio importante, anche se già noto da tempo: il passaggio a Windows 10 sarà possibile in modo totalmente gratuito entro il primo anno dal lancio, vale a dire presumibilmente fino al 29 luglio 2016. La gratuità dell’aggiornamento, secondo alcuni analisti, potrà rappresentare uno degli elementi determinanti del successo di Windows 10, malgrado un mercato dei Pc in forte stagnazione sceso di 11,8 punti nel secondo trimestre dell'anno. Settore a cui i sistemi operativi realizzati da Microsoft sono ovviamente legati a doppio filo: è ormai opinione diffusa che il comparto sia proprio in attesa del rilascio ufficiale della piattaforma, con molti produttori che hanno rinviato il lancio di alcuni modelli al termine dell’estate proprio per dare la possibilità agli utenti di acquistare dispositivi dotati di Windows 10.

Le aspettative del colosso di Redmond, speculazioni a parte, dovranno però fare i conti con i numeri reali di adozione e di diffusione dell’ecosistema, così come successo in passato con i predecessori. Ma qual è lo scenario con cui dovrà confrontarsi l’ormai pronto sistema operativo? Secondo stime di Idealo, i primi tre os più diffusi su desktop e mobile sono tutti targati Redmond. Guida la classifica, anzi la domina, Windows 7, con il 43%. Seguono Windows 8.1 con il 14% e un redivivo Windows Xp con il 10%, malgrado Microsoft per la sua creatura di maggior successo abbia ufficialmente cessato ogni forma di supporto dallo scorso aprile. Ios 8 e Android 4.4 si spartiscono poi il restante 12% della torta dei primi cinque posti.

Concentrandosi soltanto sul mobile, i numeri raccontano un’altra storia. A dominare sono i sistemi operativi iOs e Android, con i primi presenti su un dispositivo su due (considerando sempre la top five) e i secondi attivi nel 36% di smartphone e tablet. I più informati troveranno questi dati ovvi e scontati: Windows Phone, la versione mobile di Windows, detiene un market share che si aggira sui due-tre punti percentuali e non ha mai avuto performance commerciali capaci di insidiare le altre piattaforme. 

Tornando ai computer desktop e notebook, si nota come il successo di Windows 7 – os ancora maggioritario nei Pc – sia derivato in modo determinante anche dal fallimento del suo predecessore. Windows Vista, dal punto di vista dell’affidabilità e dell’innovazione, ha rappresentato per Microsoft uno dei maggiori flop commerciali di sempre: un ecosistema afflitto da numerosi problemi e canzonato senza sosta dalla comunità informatica. Quello che di buono è stato fatto per la versione 7, la casa di Redmond non è poi riuscita a replicarlo in Windows 8. Ecco perché i presupposti per una buona accoglienza di Windows 10 ci sono tutti, anche solo dal punto di vista storico-statistico: un successo (Windows 7), seguito da un fallimento (Windows 8) e così via.

“Microsoft è abbastanza ottimista sul rilascio di Windows 10: le sue possibilità future sembrano senza limiti, grazie soprattutto alle sinergie che crea tra i vari prodotti e alle opportunità per gli sviluppatori”, commenta Jerome Lam di Seeking Alpha. “Windows 10 rappresenta tutto quello che Windows 8 sarebbe dovuto essere. Questa piattaforma potrebbe guadagnare potenzialmente un market share notevole nel mercato Pc, in seguito agli aggiornamenti di software e dispositivi. Un buon 12% del mercato presenta ancora Windows Xp, l’1,62% Windows Vista e il 61% Windows 7 (i numeri differiscono leggermente da quelli pubblicati nella ricerca di Idealo, ndr).

“Sono passati ben sei anni dal rilascio di Windows 7 e, in media, la maggior parte dei computer viene cambiata dopo quattro anni e mezzo”, continua Lam. “Windows 8 avrebbe dovuto rispondere a quel passaggio, ma a causa di problemi software e di un’interfaccia povera, non è riuscito nell’impresa”. E i numeri, ancora una volta, lo testimoniano. Windows 7 ha venduto cento milioni di licenze nei primi sei mesi, giunte a 450 dopo due anni. La versione 8, invece, malgrado il botto iniziale da cento milioni di “copie”, ha esaurito poi la sua forza propulsiva sul medio-lungo periodo.

 

Fonte: Idealo

 

Un tuffo in Skylake per evitare il “bagno di sangue”

A favore del prossimo os di Microsoft potrebbe però giocare anche un altro fattore. Vale a dire Skylake, la nuova architettura per microprocessori sviluppata da Intel, che dovrebbe vedere finalmente la luce entro il 2015. L’avverbio di tempo, in questo caso, è necessario: il rilascio di Skylake avviene infatti a due anni di distanza dalla precedente generazione di Cpu del vendor, vale a dire la Haswell, mentre in precedenza il ciclo era basato su un aggiornamento annuale. Sono i primi segnali evidenti di uno scricchiolio della legge di Moore e dei suoi enunciati.

L’arrivo di Skylake potrebbe trainare positivamente il mercato dei Pc, in sinergia proprio con Windows 10. La previsione di Intel è ottimistica: “nel mondo ci sono circa seicento milioni di computer che aspettano un ricambio”, hanno dichiarato i manager della compagnia durante l’ultima call sui conti trimestrali, e la combinazione tra le nuove Cpu e l’os aiuteranno la migrazione già entro la fine del 2015, al più tardi a inizio 2016. Insomma, il comparto Pc sarebbe all’ultima chiamata, ma gli ingredienti per una risalita sembrano esserci tutti.

 

 

“Stiamo iniziando a toccare il fondo del mercato dei computer per il 2015”, sottolinea ancora Jerome Lam, “ma verso la fine dell’anno assisteremo a un miglioramento”, che si riverbererà anche in borsa. Nella prima parte del 2015, il valore azionario di Intel è crollato del 18,6%, quello di Micron – altro importante produttore di microchip – del 49,4%. Un bagno di sangue, che almeno teoricamente dovrebbe terminare. Il condizionale è d’obbligo, considerata la volubilità dei consumatori e un settore sempre più sofferente, che continua a perdere terreno in favore del mobile. Un gioco in cui il pareggio non esiste: “Se Windows 10 non dovesse riuscire a generare un interesse sufficiente o, in qualche modo, dovesse fallire nell’incontrare le aspettative del mercato, potremmo assistere a un ulteriore crollo del mercato dei Pc”, Lam dixit. Intanto, il conto alla rovescia ha quasi raggiunto lo zero: a chi darà ragione la storia?

 

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