Pubblicato il 21 dicembre 2020 da Redazione
Essere professionisti nel terzo millennio impone anche una scelta: vivacchiare e porsi nei confronti della clientela come dei gestori di adempimenti sempre più automatici, e dunque soggiacere alla logica del prezzo del servizio (ovviamente al ribasso), oppure scegliere la via dello sviluppo, della crescita, dell’innovazione, della rivisitazione del proprio ruolo nel mondo produttivo e nella socialità, con l’ausilio del digitale? “I commercialisti devono innanzitutto completare una trasformazione digitale già in atto, ma non completamente conclusa”, riflette Claudio Ferrante, director, sales di Wolters Kluwer Tax & Accounting. Oltre a coordinare, guidare e indirizzare un potente team di vendita, Ferrante è un profondo conoscitore del suo mercato, composto da studi professionali di ogni dimensione, e affronta la questione anche in in termini di ruolo. “Con l’automazione delle attività di Studio”, prosegue, “la trasformazione digitale diventa l’abilitatore della funzione del consulente, che poi dovrebbe essere la primaria per un commercialista”.
La pandemia sta causando e causerà moltissime difficoltà al mondo delle Pmi, del retail, dell’artigianato. Gli imprenditori si rivolgeranno al proprio commercialista perché ai loro occhi è sicuramente la più immediata ancora di salvezza. Per anni i commercialisti hanno gestito l’amministrazione dei loro clienti, ma oggi sono chiamati ad un passo ulteriore: devono gestire il futuro dei loro clienti. Devono diventare consulenti non solo amministrativi e fiscali, ma anche manageriali e finanziari.
Claudio Ferrante sottolinea come proprio le nuove soluzioni Genya e il programma “Con Te – B. Point Edition”, presentati recentemente da Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, siano un ausilio importante sia al progresso digitale degli studi sia alla trasformazione professionale dei commercialisti: “La professione non è più l’adempimento, l’F24. La professione è aiutare il proprio cliente in questo momento di estremo bisogno. Per questo il professionista deve innanzitutto studiare il proprio cliente e il suo mercato, e deve dotarsi di strumenti che gli rendano dati coi quali, grazie alla sua esperienza e capacità, potrà far superare la crisi”.
Non è esagerato, quindi, considerare i commercialisti come figure di fondamentale responsabilità sociale in questo momento storico. “Il commercialista non deve immaginare di gestire una chiusura”, rimarca Ferrante. “Non può aspirare a gestire un fallimento, ma deve supportare la rinascita di un’impresa commerciale o produttiva. Un business sano impatta sulla socialità e ogni chiusura non danneggia solo il commerciante o l’imprenditore bensì danneggia i fornitori, i clienti e tutte le loro famiglie, quindi è un danno sociale. Il fallout di una chiusura è vastissimo e bisogna evitarlo. Il commercialista lo può fare aiutando il suo cliente non solo a pagare le tasse ma ad essere competitivo, a tirarsi fuori dalla crisi. Il servizio consulenziale è interpretato oggi ancora in modo elitario, invece deve diventare un concetto di massa. In questo i professionisti devono cambiare e trasformarsi”.
Claudio Ferrante, director, sales di Wolters Kluwer Tax & Accounting
Ma come, esattamente? A detta del manager, “Spesso dovranno uscire dalla loro comfort zone e prepararsi ad aiutare non solo concettualmente, ma anche fattivamente i loro clienti. I commercialisti devono acquisire la consapevolezza della loro trasversalità nel successo, o meno, dei loro clienti”.
Nella visione di Wolters Kluwer, il commercialista dev’essere prontamente responsivo rispetto alla domanda di oggi. Deve qualificarsi sempre di più e meglio ai propri clienti. “Non è l’adempimento in sé che aiuta il professionista”, conclude Ferrante, “ma l’adempimento digitalizzato che gli restituisce i dati sui quali può costruire una strategia vincente per il suo cliente. Wolters Kluwer, con i suoi avanzati applicativi e programmi, gli offre tutti gli elementi per trasformarsi. Ma la vera consapevolezza della centralità sociale dei professionisti deve crescere e solidificarsi in ognuno di loro autonomamente”.
WOLTERS KLUWER