14/04/2015 di Redazione

Verdi e sostenibili: così cambiano, con Ericsson, le telecomunicazioni

La soluzione Ict dell’azienda svedese è il “cervello” che orchestra un sistema di alimentazione green, basato su diverse fonti di energia, testato sul campo in diverse stazioni radio di Telecom Italia e 3 Italia. Acqua e aria, insieme alla tecnologia, per

immagine.jpg

Il futuro delle telecomunicazioni potrebbe essere green: le stazioni radio, i pilastri su cui si regge il traffico delle reti mobile, potrebbero trasformarsi in una costellazione di “antenne verdi”, molto più ecologiche (ed economiche) rispetto agli attuali sistemi alimentati da generatori diesel. È la scommessa di Ericsson, Telecom Italia e 3 Italia, portata avanti da un progetto sperimentale che già guarda al futuro, con grandi ambizioni. Tutto è cominciato nel 2011, con un bando dell’Unione Europea per un sistema che potesse creare una via alternativa, meno inquinante.

Ericsson coordina il progetto ed è stata scelta come unico integratore Ict end-to-end per combinare le fonti di energia alternative. Vinto il bando, a inizio 2012 la società ha avviato i lavori in collaborazione con Telecom Italia e 3 Italia (che hanno messo a disposizione alcuni siti radio di loro proprietà), con l'European Union Energy Joint Research Centre e con l’Università Tor Vergata di Roma. Anche le aziende Dantherm Power, GreenHydrogen e Mes sono partner del progetto, che dopo una fase di laboratorio – durata circa due anni – ha preso forma “sul campo”, su una decina di siti radio distribuiti in diverse regioni italiane. Si dovrà arrivare a diciotto entro la fine dell’anno.

In che cosa sono diverse queste stazioni? Ciascuna sfrutta, al posto del generatore diesel, un mix di energie rinnovabili: pannelli fotovoltaici, batterie (usate per immagazzinare l’energia non sfruttata immediatamente), celle a combustibile e – in due siti – elettrolizzatori in grado di ricavare idrogeno o metanolo a partire dalla combinazione di acqua e aria. “L’elettrolizzatore è l’elemento più innovativo”, ha spiegato a Ictbusiness Rossella Cardone, head of innovation, sustainability & corporate responsibility di Ericsson, “perché può ricavare energia da due fonti a costo basso o nullo, cioè l’acqua prodotta dalle celle a combustibile e l’aria. Su questi elementi stiamo facendo ricerca, perché sono ciò che può rendere il sito radio completamente autosufficiente dal punto di vista energetico”.

Il progetto mira alla piena autosufficienza delle stazioni radio e dunque all’impatto zero, senza limitarsi a creare una soluzione di backup in caso di penuria energetica. Il ruolo della tecnologia di Ericsson è quello di “cervello” dell’intero sistema, come illustrato da Cardone: “Il punto di forza di questo progetto sta nell’Ict, che diventa il fattore integrante in grado di unire e ottimizzare tutte le fonti di energia verde. Con l’obiettivo a lungo termine di rendere il sito radio autonomo dal punto di vista energetico, eliminando anche la necessità di intervenire sul posto per fare manutenzione”.

 

La soluzione di Ericsson è in grado di gestire il sito radio tenendo conto di una serie di variabili: le condizioni climatiche, l’ora del giorno, la quantità di idrogeno disponibile, il livello di carica delle batterie, nonché ulteriori parametri personalizzabili. Oltre ad agire come integratore, l’Ict svolge anche un ruolo di telecontrollo, permettendo di rilevare in tempo reale i consumi della stazione radio, il buon funzionamento di tutti i componenti e l’eventuale necessità di intervenire sul posto per evitare guasti o per effettuare dei ricambi.

“La fase di ricerca è completata”, ha specificato Cardone. “Ora stiamo caratterizzando i siti e valutando in campo la resa reale e anche i limiti del sistema”. Il prossimo passo? Nei progetti di Ericsson ci sono future soluzioni commerciali, da proporre agli operatori di telecomunicazione che vorranno seguire l’esempio di Telecom e di 3 Italia, e non soltanto nel nostro Paese, ma in tutta la regione mediterranea, nel Nord Africa e in Israele.

Accanto alle ragioni di business, il progetto asseconda anche l’impegno di Ericsson sul fronte della sostenibilità e della responsabilità sociale. Secondo l’Ericsson Energy and Carbon Report, le emissioni di carbonio generate dall’Ict raggiungeranno 1,1 milioni di tonnellate entro il 2020, il 2% del totale, e in particolare le reti di telecomunicazione contribuiranno sempre più a inquinare.

 

 

“Nei prossimi anni la copertura e la capacità delle reti di telecomunicazione sarà potenziata”, ha commentato Cardone. “Nel 2020 il 90% della popolazione sarà coperta da tecnologie 3G plus o successive, e già nel 2013 eravamo al 70%”.  Allo stesso tempo, però, l’Ict potrà generare un impatto positivo di misura molto maggiore, aiutando gli altri comparti industriali a ridurre del 98% le emissioni di CO2.


 

ARTICOLI CORRELATI