29/05/2015 di Redazione

Video, mobile, IoT, banda larga: gli acceleratori della corsa dei dati

Secondo la nuova edizione del Cisco Visual Networking Index, fra 2014 e 2019 la quantità di dati che viaggia su protocollo Ip triplicherà, raggiungendo i 2 zettabyte annui. L’Internet of Things, le connessioni mobile e l’aumento dei contenuti video, a def

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Non c’è report o previsione degli analisti che non citi il fenomeno del boom dei dati. Un nuovo, impressionante numero arriva ora da Cisco: secondo l’ultimo Cisco Visual Networking Index, nel lustro compreso fra 2014 e 2019 la quantità di dati che viaggia su protocollo Ip triplicherà, raggiungendo i 2 zettabyte annui. Più persone si connetteranno alla Rete, soprattutto da mobile, ma anche gli oggetti dell’Internet of Things cresceranno moltiplicandosi per tre. E tanto gli esseri umani quanto le cose inanimate produrranno contenuti video (fra l’altro sempre più “pesanti” al crescere della risoluzione): l’80% del traffico dati nel 2019 sarà in questa forma.

I tanti numeri che punteggiano la nuova, decima, edizione del report – derivati da fonti varie, da previsioni di analisti indipendenti e da studi sul reale utilizzo dei dati in mobilità  – definiscono un mondo in cui le tendenze già visibili oggi saranno, fra cinque anni, enormemente amplificate. In testa a tutte, la crescita dell’utilizzo di smartphone, phablet e tablet. Dai 14 miliardi del 2014, il numero di “oggetti connessi” passerà a 24 miliardi, includendo nel novero non soltanto i Pc e i dispositivi mobili, ma anche gli smart Tv e i wearable, nonché tutti gli apparati (dalla domotica alla telemedicina, passando per i settori dell’industria e dell’energia) dell’Internet delle cose.

Mentre lo scorso anno la quota di traffico Ip generato da dispositivi diversi dai computer era del 39%, nel 2019 salirà al 68%. Nel periodo in esame, il volume di dati in transito da e verso Pc aumenterà, sì, ma soltanto a un tasso composito di crescita annuale del 9%, molto inferiore ai balzi in avanti del traffico generato e ricevuto da smartphone (+62% annuo), tablet (+65%) e smart Tv (+17%). Il passo più lungo sarà però un altro ancora, quello delle connessioni M2M, cioè machine-to-machine: +71% di anno in anno.

 

I numeri del Visual Networking Index in un colpo d'occhio (Clicca per ingrandire)

 

Oggetti ed esseri umani: due facce della stessa medaglia
L’Internet of Things, di cui l’M2M è parte corposa, è un altro dei protagonisti dello studio di Cisco. Non soltanto in un futuro a medio termine aumenterà il numero degli oggetti capaci di connettersi in Rete, ma tali oggetti si arricchiranno di funzionalità video. L’adozione dell’IoT sarà significativa soprattutto in alcuni settori verticali di industria e servizi, come l’agricoltura, la sanità, il manifatturiero, il retail, la logistica e i trasporti; ma arriverà anche all’utente finale con tutti gli apparati per la cossiddetta “connected home”: telecamere di videosorveglianza, contatori intelligenti, termostati e sistemi di illuminazione regolabili da remoto, tramite app. Nel 2019, anzi, domotica e sistemi di sicurezza per case e uffici rappresenteranno il 48% delle connessioni machine-to-machine.

Oltre al  mobile, ai contenuti video e all’Internet delle cose, più banalmente ad alimentare il boom dei dati sarà anche la crescita della popolazione mondiale, e con essa quella della “popolazione digitale”. Mentre lo scorso anno si potevano contare 2,8 miliardi di  utenti Web, pari al 39% degli abitanti del Pianeta (7,2 miliardi, secondo le Nazioni Unite), nel 2019 avremo 3,9 miliardi di internauti, ovvero il 51% dei 7,6 miliardi di esseri umani conteggiabili.

“Le reti sono una parte essenziale della comunicazione aziendale, dell’istruzione, della pubblica amministrazione, e anche  della casa”, ha commentato Max Locatelli, director service provider South di Cisco. “Molte connessioni Ip, siano esse  mobile,  residenziali o di business sono guidate in gran parte da una combinazione di video, social networking e applicazioni di collaborazione avanzate,  che chiamiamo ‘visual networking’”. A detta di Locatelli l’edizione di quest’anno, la decima, dell’Index “indica che stiamo vivendo un livello eccezionale di cambiamento nell’utilizzo e consumo delle connessioni, che implica di conseguenza anche un altrettanto rapido cambiamento nel settore delle telecomunicazioni e dei mercati adiacenti”.

 

 

Nuove sfide per i service provider
Il cambiamento più ovvio e necessario riguarda la capacità di trasmissione delle reti, siano esse fisse o mobile. Stando alle previsioni di Cisco, entro il 2019 un terzo delle connessioni a banda larga esistenti sarà più veloce di 25 Mbps, e si osserveranno  punte di eccellenza come il Giappone la Corea (dove la velocità media supererà addirittura i 90 Mbps) e Paesi allineati al trend di crescita come l’Italia. Nello Stivale la velocità media in broadband risulterà più che raddoppiata, dai 7 Mbps dello scorso anno ai 16 previsti per il 2019.

I service provider dovranno dunque adeguarsi sia alle crescenti esigenze di banda, sia alla moltiplicazione del numero di dispositivi (Pc, tablet, smartphone, macchine connesse) che dovranno dovranno essere autenticati per connettersi alle reti. Senza dimenticare il già citato aumento dei contenuti video tanto nel mondo consumer quanto nelle aziende, in cui sempre più si affermeranno gli strumenti di Unified Communication and Collaboration. Servizi sempre più evoluti, come il video HD/ultra HD e le applicazioni video M2M, richiederanno una banda maggiore ma anche più scalabile.

Il futuro vicino, in ogni caso, sarà un futuro “affollatissimo”: di utenti digitali e di connessioni, di applicazioni e di contenuti ad alta definizione. E quindi di dati. “Ci sono voluti 32 anni, dal 1984 al 2016, per generare il primo zettabyte di traffico Ip per anno”, ha ricordato Doug Webster, vice president, service provider products and solutions marketing di Cisco. “Tuttavia, secondo l’ultimo Visual Networking Index, saranno sufficienti altri tre anni per superare il traguardo di 2 zettabyte di traffico Ip l’anno”.
 

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