Visa usa gli algoritmi per salvare 25 miliardi di dollari all’anno
Una tecnologia di verifica delle autorizzazioni dei pagamenti, basata sull’AI, permette a Visa di evitare frodi per un valore di decine di miliardi di dollari all’anno.
Pubblicato il 20 giugno 2019

Rinunciare alla comodità degli acquisti online, di qualsiasi genere essi siano, per molti sarebbe fuori discussione. Ma i rischi di frodi informatiche abbondano. Visa, al pari di altri colossi del settore dei pagamenti, sta utilizzando l’intelligenza artificiale per potenziare le difese, velocizzando e rendendo più efficaci i controlli che esegue ogni giorno su enormi volumi di transazioni (127 miliardi le operazioni vagliate nel 2018). Con quali risultati? L’azienda ha fatto sapere che il proprio sistema di verifica, basato appunto sull’AI, le permette di smascherare ed evitare frodi per un valore di 25 miliardi di dollari all’anno. Il numero non è una stima bensì un conteggio reale, riferito ai dodici mesi compresi fra aprile 2018 e aprile 2019.
Visa Advanced Authorization, questo il nome del sistema, è uno strumento di gestione dei rischi che monitora e valuta in tempo reale le autorizzazioni delle transazioni sulla rete di pagamento Visa e VisaNet, così da poter aiutare le istituzioni finanziarie a identificare prontamente eventuali attività malevole e a bloccarle. L’espressione “tempo reale” in questo caso è quasi letterale: basta un millesimo di secondo, a detta di Visa, perché il sistema analizzi una transazione.
In realtà non si tratta di qualcosa di nuovo: Visa Advanced Authorization esiste da una decina d’anni. Il sistema è stato, però, continuamente potenziato con nuove tecnologie, aggiungendovi negli ultimi anni capacità di analytics e di intelligenza artificiale e strumenti di verifica aggiuntiva. Per i pagamenti da mobile, ad esempio, viene verificata la corrispondenza della geolocalizzazione dello smartphone del titolare del conto e di quello di chi esegue l’operazione. Inoltre vengono considerati i comportamenti d’acquisto, andando alla ricerca di eventuali cambiamenti improvvisi e sospetti. Gli algoritmi di intelligenza artificiale permettono al sistema di valutare oltre 500 attributi di rischio e di produrre in un millisecondo un punteggio che misura da 1 a 99 la probabilità di frode.
“Una delle sfide più difficili nel mondo dei pagamenti è riconoscere le transazioni lecite fatte da possessori di account, da quelle illecite tentate dai truffatori, e di farlo senza aggiungere elementi di frizione durante il processo”, afferma Melissa McSherry, senior vice president and global head of Data, Risk and Identity Products and Solutions di Visa. “Visa è stata la prima rete di pagamento ad applicare, nel 1993, una rete neurale basata sull’AI per analizzare il grado di rischio delle transazioni in tempo reale e l'impatto sulle frodi è stato immediato”.
Gli “elementi di frizione” a cui la manager fa riferimento sono i rallentamenti, le tortuosità o gli intoppi talvolta presenti nelle procedure di pagamento digitali, sia su browser sia su applicazione mobile: necessari, magari, ma scoraggianti per l’utente. Uno studio di Javelin Strategy & Research indica che il 51% dei titolari di carte che subiscono un rifiuto della carta ne utilizza una secondaria per completare l'acquisto nello stesso negozio. E non sempre questi “rifiuti” sono giustificati da reali pericoli di frode. Visa, da parte sua, assicura che il proprio metodo non comporta questo problema e a supporto dell’affermazione cita le oltre ottomila istituzioni finanziarie sue clienti. Il punteggio di valutazione del rischio calcolato da Visa Advanced Authorization viene condiviso con l'istituto finanziario del titolare del conto, cui spetta la decisione finale di approvare il pagamento, di rifiutarlo o di contrassegnare le transazioni per il follow-up con il titolare del conto. Finora questo metodo sta funzionando bene: il tasso di frode sulla rete Visa è sceso sotto lo 0,1%, un minimo storico.
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