22/04/2015 di Redazione

VMware apre le sorgenti della nuvola con due nuovi progetti

L’azienda ha annunciato l’arrivo di Lightwave e Photos: la prima iniziativa permetterà di gestire con maggiore facilità identità e accessi dei container, mentre il secondo è un sistema operativo Linux ottimizzato per il software virtualizzato. Tutti e due

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VMware libera la nuvola e le fornisce nuova energia open source: l’azienda ha lanciato due progetti “aperti” per supportare l’adozione delle applicazioni native per il cloud da parte delle aziende. Il primo, chiamato Lightwave, è nato per gestire le identità e gli accessi, mentre Photon è un leggero sistema operativo Linux ottimizzato per applicativi sulla nuvola. I progetti saranno integrati nella piattaforma di gestione unificata per il cloud ibrido, realizzata da VMware combinando Nsx e vCloud Air, e annunciata lo scorso febbraio. L’obiettivo è creare un ambiente coerente nella nuvola, sia privata sia pubblica, per supportare le applicazioni tradizionali e quelle sviluppate appositamente per il cloud. Ovviamente, il vantaggio dell’open source è dato dalla comunità di programmatori che graviterà intorno ai due progetti. VMware lavorerà infatti con un ampio ecosistema di partner e con gli sviluppatori per assicurare standard comuni, sicurezza e interoperabilità nel mercato delle applicazioni cloud-native.

Se integrate nel modo corretto, le novità della società di Palo Alto permetteranno una maggiore portabilità delle applicazioni pacchettizzate in container, mentre i team It potranno garantire la sicurezza e le prestazioni richieste nell’attuale contesto aziendale. Lightwave è la prima tecnologia container di gestione delle identità e degli accessi, che risponde alla natura distribuita delle applicazioni native per il cloud: queste possono infatti comprendere reti complesse di microservizi e centinaia o migliaia di istanze applicative. Le imprese devono quindi mantenere l'identità e l'accesso di tutte le componenti correlate e degli utenti.

Lightwave aggiungerà anche un nuovo livello di sicurezza, consentendo alle aziende di rafforzare le funzionalità di controllo degli accessi e la gestione delle identità in tutta l’infrastruttura e in tutto lo stack applicativo. Inoltre, la tecnologia darà il “via libera” solo agli utenti autorizzati, i quali potranno eseguire i container su cui hanno ricevuto il lasciapassare su host autorizzati. Tra le altre cose, le caratteristiche di Lightwave comprendono un supporto multi-tenancy, che consente a un’infrastruttura aziendale di essere utilizzata da una vasta gamma di applicazioni e team, compatibilità con gli open standard come Kerberos, Ldap v3, Saml e altri, oltre a integrare una authority certificata e la gestione semplificata delle chiavi di accesso in tutta l’infrastruttura.

Il progetto complementare, Photon, è come detto un sistema operativo Linux per le applicazioni isolate in container. Ottimizzato per gli ambienti vSphere e vCloud Air, permette alle imprese di eseguire sia i container sia le macchine virtuali in modo nativo su un'unica piattaforma. Le principali funzionalità includono anche il supporto alle soluzioni Docker, rkt e Garden. Per la prima volta, Photon offre inoltre agli amministratori e agli sviluppatori la capacità di estensione e la flessibilità per aggiornare al meglio il runtime dell’host container, supportando sia i Red Hat Package Manager per il controllo di versione basato su immagini, sia un sistema di gestione del ciclo di vita su pacchetti e con compatibilità Yellow dog Updater, Modified (Yum), consentendone una gestione capillare.

 

 

Infine Pivotal, joint venture tra Emc e VMware, ha annunciato l’arrivo di Lattice, con componenti open source pacchettizzate per Cloud Foundry, per implementare, gestire ed eseguire carichi di lavoro isolati nel container in un cluster scalabile. Insieme, le due compagnie forniranno soluzioni native per il cloud end-to-end per infrastrutture e applicazioni.

 

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