Vmware procede sul cloud, ma l’Ue indaga su Broadcom
Se da un lato arrivano aggiornamenti con vSphere+ e vSan+ per rafforzare le connessioni fra sistemi on site e cloud, dall’altro la Commissione Europea studia l’impatto di un’acquisizione da 61 miliardi di dollari.
Pubblicato il 04 luglio 2022 da Roberto Bonino

La vita cambia, la vita continua. VMware si trova in questa fase della propria storia sul crinale di un passaggio storico, ma intanto procede correttamente con i piani di aggiornamento della propria offerta.
A fine maggio, è arrivato l’annuncio della possibile acquisizione da parte di Broadcom per 61 miliardi di dollari, corrispondente a una delle più grandi transazioni nel mondo dell’industria tecnologica. Ovviamente, le autorità antitrust hanno prontamente drizzato le antenne e sono già al lavoro per assicurarsi che dietro l’operazione non si celino comportamenti abusivo come aumenti ingiustificati dei prezzi o pratiche anti-competitive.
Secondo il Financial Times, occorrerà attendersi “una lunga indagine da parte dell’Unione Europea”, che potrebbe ritardare anche di un anno il completamento dell’acquisizione e magari anche bloccarla. Gli analisti hanno già avanzato preoccupazioni sulla possibilità che i prezzi possano lievitare, alla luce della posizione dominante do VMware sul mercato della virtualizzazione e alcune associazioni di categoria degli utenti, in particolare la francese Cigref (che raggruppa numerosi Cio di grandi imprese) hanno sollecitato la Commissione Europea a indagare sulle conseguenze in termini di ricadute sugli utenti. I precedenti poco incoraggianti di Ca Technologies e Symantec, acquisite da Broadcom e fatte sparire piuttosto rapidamente a detrimento della clientela, sollevano dubbi e necessità di controllo stretto.
Nel frattempo, VMware procede con i propri piani di sviluppo tecnologico e aggiorna l’offerta in direzione del supporto alla maggior integrazione fra risorse e applicazioni on-site e in cloud. Gli aggiornamenti riguardano vSphere+ e vSan+, rispettivamente ambiente di virtualizzazione e di iperconvergenza. Entrambi disponibili a sottoscrizione entro breve tempo, essi potranno associare servizi cloud ai workload che funzionano su vSphere, in particolare le applicazioni on-site.
Le proposte includono tutte le componenti necessarie, in modo particolare le istanze vCenter, gli host Esxi, Tanzu Standard Runtime, Tanzu Mission Control Essentials e il supporto: “Nonostante la marcata tendenza alla migrazione verso il cloud, numerosi clienti scelgono di conservare un certo numero di workload on premise o in periferia per diverse ragioni, che si tratti di controllo sui dati, sicurezza o, in certi casi, esigenze di performance e latenza”, osserva Weiguo He, senior director product marketing di VMware. “Noi aggiungiamo servizi e funzionalità cloud ai workload rimasti nei data center, in modo da offrire il meglio dei due mondi”.
vSphere+ e vSan+, che saranno disponibili entro la fine di luglio, possono essere gestiti tramite VMware Cloud Console, che offre inventario globale, configurazione, alert, amministrazione e sicurezza per le implementazioni on-premise. Gli amministratori potranno anche eseguire determinate attività operative da VMware Cloud Console, come il provisioning di macchine virtuali in qualsiasi cluster vSphere o in datastore vSan esistenti.
Questi servizi fanno parte del piano di sviluppo Project Arctic di VMware, che mira a portare il multicloud ai clienti vSphere integrando in modo nativo la connettività cloud in vSphere.
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