21/01/2019 di Redazione

Whatsapp, nuova mossa per contrastare le fake news

A breve sarà possibile inoltrare i messaggi soltanto a un massimo di cinque chat, mentre prima il limite era venti. L’azienda prova così a limitare la viralità delle bufale e di altri contenuti non appropriati.

immagine.jpg

Cinque chat alla volta, non una di più. Whatsapp prova a intensificare ulteriormente la propria lotta alla diffusione di fake news e catene di Sant’Antonio, rivedendo al ribasso il numero consentito di conversazioni a cui è possibile inviare contemporaneamente un messaggio. In precedenza il tetto massimo era venti. “Stiamo imponendo un limite di cinque chat in tutto il mondo a partire da oggi”, ha confermato Victoria Grand, vice president for policy and communications di Whatsapp, durante un evento a Giacarta, in Indonesia. Il primo tetto era stato introdotto a luglio dell’anno scorso, con l’obiettivo di limitare la diffusione virale di notizie false in India, che aveva portato a una serie di linciaggi contro persone accusate ingiustamente di rapire bambini in strada.

Su ogni messaggio mandato ad altri l’applicazione continuerà a mettere in evidenza la scritta “inoltrato”, proprio per chiarire agli utenti l’origine del contenuto. Ovviamente, la diffusione di testi e link potrà proseguire indisturbata, anche se il limite di invio dovrebbe ridurne la velocità di propagazione. In questo modo, Whatsapp spera di attenuare la viralità delle fake news o di altri fenomeni di Internet.

Sulla piattaforma controllata da Facebook transitano ogni giorno circa 70 miliardi di messaggi, scambiati da 1,5 miliardi di utenti. È facile quindi intuire la velocità con cui i contenuti possono rimbalzare da un capo all’altro del mondo, totalmente incontrollati: dal 2016 Whatsapp dispone di un sistema crittografico end-to-end, che cifra tutti i messaggi in modo da renderli illeggibili anche agli sviluppatori.

Una soluzione fondamentale per garantire la massima privacy degli utilizzatori (al netto di eventuali bug di sicurezza), ma che rappresenta un problema nel caso, per esempio, di indagini condotte dalle forze dell’ordine. Quanto fatto in queste ore dall’azienda statunitense rappresenta un altro passo nella difficile lotta alle bufale (ma non solo, si pensi all’hate speech), ma per riuscire ad arginare davvero questo fenomeno serviranno probabilmente armi ben più potenti.

 

ARTICOLI CORRELATI