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Windows 7 è insicuro e poco affidabile: parola di Microsoft

Il chief marketing officer del gruppo di Redmond ha descritto la release “seven” del sistema operativo come un colabrodo, inadatta ormai ai tempi. Realtà o pura strategia per spingere gli utenti a passare in massa a Windows 10?

Pubblicato il 04 gennaio 2016 da Redazione

Potete pure continuare a utilizzare Windows 7, ma “a vostro rischio e pericolo”. No, a pronunciare questa frase non è stato un acerrimo rivale di Microsoft, ma uno dei principali manager del colosso di Redmond: Chris Capossela, a capo del marketing del gruppo. Il Cmo del colosso statunitense, intervistato da Windows Weekly, è stato chiaro: il sistema operativo “seven” andrebbe sostituito subito perché ormai incompatibile con molti prodotti più recenti e perché, chicca sulla torta, potrebbe aprire inquietanti scenari di insicurezza. Un attacco frontale vero e proprio, che non ci si aspetterebbe da un dirigente Microsoft. Ma è proprio il ruolo ricoperto da Capossela a far storcere il naso ai più. Quella andata in scena durante l’intervista a Windows Weekly, secondo alcuni osservatori, non sarebbe altro che una colossale opera di marketing, voluta dal gigante di Redmond per spingere il più possibile gli utenti ad abbandonare Windows 7 in favore di Windows 10.

È di poche ore fa la notizia che l’ultima release del sistema operativo più diffuso al mondo ha raggiunto i duecento milioni di dispositivi, ma Windows 10 rimane ancora al 10% di market share nei computer desktop, contro uno strabiliante 55,7% di Windows 7. Certo, quest’ultimo è ormai presente sul mercato da sei anni, ma l’attaccamento dimostrato dagli utenti è strabiliante, segno che l’incompatibilità descritta da Capossela nei fatti non esiste.

Inoltre, Windows 7 verrà supportato da Microsoft fino al 2020 e potrà godere di altri quattro anni di totale copertura da eventuali buchi clamorosi. Piuttosto, il cruccio di Redmond è un altro: porre fine alla frammentazione della install base di Windows, che vede ancora più di una macchina su dieci con Windows Xp, arrivato sul mercato ormai nel lontano 2001. Un problema non di poco conto per Microsoft.

“Pensiamo che per qualsiasi macchina in grado di eseguire Windows 10 si debba fare qualsiasi cosa per convincere gli utenti a effettuare l’upgrade”, ha sottolineato Capossela. “Stiamo cercando di trovare il giusto equilibrio, ma sappiamo che molte persone oggi stanno cercando di rimandare senza un motivo”. E Microsoft ha già mostrato diversi segni di quella che sembra essere la propria strategia per “dare un colpetto” agli utenti indecisi.

 

 

Ad esempio, lo scorso dicembre diversi utenti hanno lamentato la modifica automatica delle impostazioni di aggiornamento, con finestre popup che apparivano in continuazione e che invitavano a effettuare subito l’update. Inoltre, sembra che Windows 8.1 scarichi tutti i file di installazione di Windows 10 in automatico, “nascondendoli” in una cartella apposita del computer e lasciandoli così pronti “all’assalto”.

 

Tag: microsoft, windows 7, sistema operativo, windows 10

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