Zucchetti continua a crescere, e lo fa preoccupandosi non solo di fatturato e quote di mercato, ma con una visione strategica più ampia. “Si può ragionare, nel nostro mercato, in tre modi diversi: dal punto di vista della finanza, del commercio e dell’industria”, spiega Antonio Grioli, presidente comitato direttivo del Gruppo Zucchetti, dal palco della sala stampa di Smau. “I primi due privilegiano il guadagno, mentre noi siamo l’indistria: per noi è importante conoscere, realizzare, mantenere e sviluppare. Tutto ciò che entra nella nostra ‘galassia’ ci entra per vivere, non per generare un guadagno momentaneo”. Così Grioli ha parlato della filosofia, più che della politica di acquisizioni (“ma preferiamo chiamarli investimenti”) del suo gruppo, portata avanti “non per sottrarre una società alla concorrenza e portarci a casa il  suo fatturato, clienti e business, bensì perché crediamo nel valore del suo software”.

Grioli ha spiegato che l’obiettivo di Zucchetti è quello di diventare un “hub”, un punto di transito e di propagazione per le società che entrano a far parte di gruppo. Ogni acquisizione è innanzitutto un investimento nel software, compiuto non certo per disattivare il prodotto a pochi mesi o settimane dal passaggio di mano, ma anzi per farlo prosperare.

I numeri fino a oggi hanno dato ragione a questo approccio: Zucchetti nel 2013 contava oltre 106mila clienti attivi e 1.100 società partner, con un tasso di fidelizzazione molto elevato. Il giro d’affari ha raggiunto lo scorso anno i 306 milioni di euro, con una crescita del 6% del fatturato organico, al netto delle acquisizioni, e del 14% considerando anche le operazioni societarie.

L’area dei servizi, in particolare, è lievitata in valore del 63% nel corso del 2013, mentre la linea di business legata alla robotica ha raggiunto un giro d’affari di 50 milioni di euro. “Quest’anno cresceremo del 10% nel fatturato organico, per cui possiamo dire che Zucchetti continua a crescere per il 34° anno consecutivo, e a due cifre sia per il fatturato organico sia contando le acquisizioni”, ha sottolineato Grioli.

A proposito di acquisizioni, fra quelle recenti c’è Macnil, società di Gravina in Puglia, Bari, che sviluppa progetti di Internet of Things. Nata 15 anni fa operando nel settore della messaggistica, oggi è diventata un fornitore certificato di Telecom Italia e ha ampliato il core business nell’ambito del fleet management, dei sistemi di telecontrollo per il settore medico, ma anche alle applicazioni mobili. “Oggi il nostro team conta 32 persone”, racconta Maria Rita Costanza, cofondatore e responsabile dell’area sviluppo dell’azienda, “e possiamo considerarci un esempio di successo di imprenditoria nata nel Sud Italia. Dopo essere diventati fornitori certificati di Telecom Italia, l’ingresso in Zucchetti rappresenta un nuovo traguardo importante”.

 


L’ultima idea di Macnil è InfoSmartCity, un’app nata dalla collaborazione con il Comune di Bari e nell’ambito del progetto Semina, Sistemi Evoluti per la Mobilità Intelligente in Network Urbani Agili: come suggerisce l’acronimo, il settore principale in cui si muove l’applicazione è quello dell’infomobilità, ma non solo. “L’app è diventata un vero e proprio canale di comunicazione fra il comune e il cittadino, e può essere usata non solo per comunicare dati sul traffico delle automobili e dei mezzi pubblici, ma anche per diffondere comunicazioni di servizio di vario tipo”, spiega Maria Rita Costanza.

Disponibile al momento per la sola piattaforma Android, l’app sfrutta i dati di localizzazione forniti dai Gps a bordo delle auto, ma anche ulteriori sistemi che il Comune di Bari ha installato sui mezzi pubblici: in questo modo fornisce in tempo reale aggiornamenti sulla viabilità e sul traffico e gli orari di passaggio dei mezzi pubblici in logica di prossimità rispetto alla posizione dell’utente. Gli utilizzi possibili sono anche altre: l’app può diffondere al cittadino informazioni sui parcheggi, su variazioni della segnaletica stradale, su situazioni di pericolo e di rischio.