28/08/2015 di Redazione

Abuso di posizione dominante: Google risponde alle accuse Ue

Kent Walker, senior Vp di Big G, ha sintetizzato in un blog post il documento di 150 pagine redatto dall’azienda per controbattere all’indagine della Commissione Europea. Secondo la tesi di Bruxelles, la compagnia Usa avrebbe limitato la concorrenza favor

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Google non ci sta ed è intenzionata a far sentire le proprie ragioni. Il colosso di Mountain View ha deciso di replicare con un documento di 150 pagine alle accuse di concorrenza sleale mosse dall’ente antitrust dell’Unione Europea, che lo scorso aprile aveva notificato a Big G una comunicazione degli addebiti riguardanti “un presunto abuso di posizione dominante da parte dell'azienda sui mercati dei servizi generali di ricerca online nello Spazio economico europeo (See)”, si leggeva nel comunicato della Commissione guidata dalla danese Margrethe Vestager. “Google favorirebbe sistematicamente il proprio prodotto per gli acquisti comparativi nelle sue pagine generali che mostrano i risultati delle ricerche. In via preliminare la Commissione ritiene che tale comportamento violi le norme antitrust dell'Ue limitando la concorrenza e danneggiando i consumatori. L'invio della comunicazione degli addebiti non incide sull'esito dell'indagine”.

Tra i servizi sotto la lente d’ingrandimento dei commissari dell’Unione, la piattaforma Shopping che, secondo la Vestager, avrebbe avvantaggiato i risultati di ricerca targati Google, arrecando un ingiusto danno agli altri operatori. Ma i top manager di casa a Mountain View sono ora passati al contrattacco legale, in quanto la Commissione non è ancora giunta al verdetto finale e l’eventuale multa (si parla di sei miliardi di dollari) non è ancora stata comminata.

Le conclusioni preliminari di Bruxelles “sono sbagliate come dato di fatto, legale ed economico” replica in un blog post Kent Walker, senior vice president di Big G, che aggiunge. “Crediamo che Google aumenti la scelta per i consumatori europei e offra opportunità di valore per le aziende di qualsiasi dimensione”. Ecco perché la società di Mountain View, nel proprio documento, non propone modifiche ma sostiene che Bruxelles sbagli proprio valutazione.

Il messaggio di Big G è il seguente: “migliorare la qualità non è anticoncorrenziale” e, per sostenere la propria tesi, si affida completamente ai numeri. “Nei Paesi interessati dalla comunicazione della Commissione, Google ha indirizzato nell’ultimo decennio oltre venti miliardi di click gratuiti verso gli aggregatori, con un aumento del traffico organico del 227%”, scrive Walker. E Mountain View punta poi il dito contro i diretti competitor.

“Amazon ed eBay si sono ritagliati una fetta di traffico decisamente maggiore rispetto agli annunci di Shopping”, è l’accusa del vice president. Ma sono proprio le società che si sono ritenute danneggiate da Google ad affilare ora le armi. Altri grandi nomi come Expedia, Tripadvisor o Yelp avrebbero già mosso battaglioni di avvocati e sporto reclami a Bruxelles, con l’obiettivo di chiedere i danni a Big G. Senza dimenticare la questione del sistema operativo Android, anch’esso sotto la lente di Vestager e soci.

 

Possibili "guai" anche per il sistema operativo mobile Android

 

“Prenderemo attentamente in considerazione la risposta di Google prima di adottare le nostre decisioni”, fa sapere Ricardo Cardoso, portavoce dell’authority Ue. “Non avremo alcun pregiudizio sull’esito finale dell’indagine”. L’azienda di Mountain View è quindi destinata a rimanere sulla graticola ancora per qualche settimana, se non per mesi. Secondo la legge europea, se la compagnia dovesse essere giudicata colpevole, potrebbe essere “costretta” a sborsare fino al dieci per cento del proprio fatturato annuo.

 

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