31/01/2018 di Redazione

Amazon si occupa della salute dei dipendenti (e dell'economia)

L'azienda Seattle è pronta a lanciare una nuova società sanitaria insieme a JP Morgan Chase alla holding di Warren Buffett. La nuova realtà offrirà servizi medici a 1,2 milioni di dipendenti e alle loro famiglie, ma in futuro potrebbe rivolgersi a un pubb

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Il cloud computing, l'e-commerce, gli ebook, la Tv in streaming, gli smart speaker e inegozi senza casse ad Amazon non bastano più. È la tecnologia a supporto della salute la nuova scommessa della società di Seattle, racchiusa nel lancio di una società sanitaria che (per il momento) non venderà prodotti e servizi al grande pubblico, bensì si occuperà della salute dei dipendenti. Quelli di Amazon, ma anche quelli delle altre due aziende cofondatrici, ovvero la società finanziaria JP Morgan Chase e la holding Berkshire Hathaway, amministrata da Warren Buffett. L'intento dichiarato è quello di far leva sulla tecnologia per proporre ai dipendenti residenti negli Stati Uniti e alle loro famiglie “servizi sanitari semplificati, di alta qualità e trasparenti, a un costo accessibile”. Il nome della nuova organizzazione e la sede del quartiere generale saranno comunicati in un secondo momento, dato che per ora il progetto è ancora in fase di sviluppo.

La notizia è di interesse generale non solo perché la fa forza lavoro dei tre colossi, messi insieme, ammonta a 1,2 milioni di teste, cui vanno aggiunti i membri delle famiglie, ma perché non è esclusa un'ambizione ancor più ampia. Nel comunicato stampa si parla di un “focus iniziale” sulla proposta di servizi per i dipendenti statunitensi e per i loro nuclei famigliari, ma il presidente e amministratore delegato di Morgan Chase, Jamie Dimon, ha espresso la volontà di proporre soluzioni a beneficio “dei nostri dipendenti negli Usa, delle loro famiglie e, potenzialmente, di tutti gli americani”.

L'azienda sarà libera di muoversi senza l'obbligo di fare particolari profitti né di contenere i costi. Pur non trattandosi di una missione no-profit, il lucro non sarà il primo scopo, o almeno non secondo le dichiarazioni di intenti. “La moltiplicazione dei costi sanitari agisce come un verme solitario sull'economia americana”, ha dichiarato Warrenn Buffett. “Il nostro gruppo non ha risposte pronte di fronte a questo problema. Ma nemmeno lo accettiamo come inevitabile. Piuttosto, condividiamo la convizione che mettere insieme le nostre risorse collettive e i migliori talenti del Paese possa, nel tempo, controllare l'ascesa dei costi sanitari e contemporaneamente migliorare la soddisfazione e gli esiti dei pazienti”.

Il sistema sanitario è complesso e cogliamo questa sfida consapevoli del grado di difficoltà”. ha sottolineato Jeff Bezos. Amazon proverà a farlo con una “visione a lungo termine” e con il duplice obiettivo di sgravare l'economia statunitense da una porzione di spesa sanitaria pubblica e di alleggerire i costi dei servizi a pagamento per qualche milione di persone (i dipendenti delle tre aziende e le loro famiglie). Una dichiarazione coerente con l'identikit della Amazon conosciuta negli ultimi anni.

 

 

 

Più che una benefattrice disinteressata al guadagno, la società si è palesata come una macchina macina-fatturato ma disposta a rinunciare al profitto immediato. Propensa, cioè, a sperimentare nuove strade e a posizionarsi aggressivamente sul mercato per superare la concorrenza anche a discapito dei margini. Il successo della nuova avventura, quindi, non potrà che essere valutato nella distanza. E chissà che la recente acquisizione della catena di supermercati biologici Whole Foods Market non si riveli propedeutica alla cattura di un nuovo bacino di clienti, altospendenti e attenti alle tematiche di salute e benessere. Secondo le previsioni di Leering, una banca d'investimento specializzata in healthcare, entro un paio di anni Amazon potrebbe cominciare a vendere prodotti farmaceutici, previa acquisizione di catene come Walgreens e Cvs.

 

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