03/07/2017 di Redazione

Bufale social: multe dalla Germania, Twitter s'ispira a Facebook

Approvato il Network Enforcement Act, la legge tedesca che prevede sanzioni fino a 50 milioni di euro per le piattaforme troppo lente nel rimuovere i contenuti d'odio e le fake news. Contro di esse, intanto, si vocifera che Twitter voglia seguire l'esempi

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Hate speech e fake news: due espressioni che, dette all'inglese o in italiano, in questi mesi spopolano nel dibattito sulle responsabilità “sociali e culturali” di Facebook, Twitter, YouTube e via dicendo. Nella lotta alle bufale e alla diffusione di odio e intolleranza online si apre ora un nuovo capitolo con l'approvazione in Germania del Network Enforcement Act, una legge nazionale che prevede multe per un massimo di 50 milioni di euro per le piattaforme Web che non provvedano a rimuovere tempestivamente i contenuti illegali, criminali, falsi o di incitazione all'odio. La sanzione massima è quella prevista per chi impieghi più di 24 ore (dalla segnalazione) a rimuovere post e link chiaramente riferiti alle categorie di cui sopra.

Voluta dal ministro della Giustizia Heiko Maas, la legge era già stata fortemente contestata dall'azienda di Mark Zuckerberg quando era ancora una proposta: a detta di Facebook, la minaccia di sanzioni distorce l'oggettività del giudizio e promuove la censura. Un altro problema è dato dal fatto che molte parole assumono diversi significati a seconda del contesto linguistico o delle geografie e che quindi è spesso necessaria una valutazione caso per caso, che porta via tempo. Non sempre basta inserire in lista nera una serie di parole censurabili né applicare i pur utili algortimi di intelligenza artificiale.

Secondo Maas, al contrario, le nuove misure impediscono a Internet di diventare un “territorio dominato dalla legge della giungla”, senza però negare la libertà di parola. In attesa che anche il Parlamento Europeo si esprima su una proposta di legge in materia di hate speech, certo non si può dire che i social network siano rimasti con le mani in mano di fronte ai fenomeni della disinformazione, dell'incitamento all'odio e della propaganda terr aoristica online. La società di Zuckerberg, in particolare, in Europa sta continuando a espandere le collaborazioni con Ong e esperti di fact-ckecking, dopo aver introdotto nella piattaforma strumenti di segnalazione dei contenuti impropri e in particolare delle bufale.

 

 

Ora, a detta di due fonti anonime del Washington Post, Twitter starebbe valutando di seguire l'esempio con una nuova funzionalità che permette di segnalare le informazioni manipolatorie, false e lesive. Si tratterebbe al momento di una sperimentazione, che non è stata confermata né smentita dall'azienda. La portavoce Emily Horne ha detto al Washington Post che nulla di simile rientra fra i progetti attuali di Twitter, ma non ha voluto commentare sull'eventualità di test in corso. Il nuovo strumento, secondo le indiscrezioni, assomiglia a una piccola scheda visualizzabile su un menu posto a fianco di ogni tweet. Come intuibile, funzionalità di questo tipo sono certamente lodevoli ma aprono anche la porta ad abusi e comportamenti in malafede, e dunque per i gestori dei social network implicano un carico di lavoro di verifica non indifferente.

 

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