17/08/2016 di Redazione

Cisco sarebbe pronta a licenziare 14mila dipendenti

L’indiscrezione è stata riportata dalla testata Crn. L’azienda potrebbe dare il La al piano di ristrutturazione nelle prossime settimane, coinvolgendo circa il 20% della forza lavoro. Attesa per la pubblicazione dei conti dell’ultimo trimestre dell’anno f

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Nubi temporalesche si addensano sopra la testa dei dipendenti di Cisco. O almeno sul 20 per cento di loro. Secondo la testata Crn, la quale cita fonti interne all’azienda, il colosso del networking starebbe per avviare un piano di licenziamenti che interesserebbe fino a 14mila persone a livello globale su una forza lavoro complessiva di circa 73mila unità. I tagli dovrebbero essere annunciati già a partire dalle prossime settimane e la decisione, per gli informatori di Crn, sarebbe ormai stata presa dai vertici aziendali e anche la fase di offerta di pacchetti di prepensionamenti sarebbe esaurita. Cisco, che presenterà tra poche ore i risultati dell’ultimo trimestre dell’anno fiscale 2016, si trova nel mezzo di una lunga fase di riposizionamento che sta portando la società a diventare sempre meno un player del mercato hardware.

L’obiettivo del board di Cisco è traghettare il gruppo verso i lidi del cloud e della tecnologia software per reti e data center, considerato che ormai sono questi i principali dettami del mercato. Sempre meno infrastrutture hardware, quindi, per privilegiare soluzioni definite dal software. Le quali, per essere sviluppate, richiedono però a quanto pare molto meno personale. Altri colossi del networking, come Ericsson e Nokia, si trovano più o meno nella stessa situazione di Cisco. E infatti hanno anch’essi avviato consistenti piani di ristrutturazione.

Come ricorda la Reuters, se confermata (Cisco al momento ha deciso di non commentare l’indiscrezione) si tratterebbe di un’ondata di licenziamenti molto simile a quanto annunciato ad aprile da Intel. Il colosso dei chip, anch’esso nel bel mezzo di un processo di transizione, quattro mesi fa ha fatto cadere la scure sull’11 per cento della propria forza lavoro, per ottenere risparmi fino a 1,4 miliardi di dollari.

 

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