04/05/2018 di Redazione

Container a misura di azienda con l'alleanza fra Red Hat e Hpe

Nuovi servizi, un'architettura di riferimento e ottimizzazioni permetteranno di usare la piattaforma di orchestrazione OpenShift in abbinamento ai sistemi di storage di Hewlett Packard Enterprise. Obiettivo: portare facilmente in produzione le applicazion

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La nuova alleanza fra Hpe e Red Hat è all'insegna dei container, e più precisamente della possibilità di usare questo popolare strumento non solo per sviluppare e testare applicazioni, ma anche per metterle in “produzione”, come si suol dire. Per essere l'involucro software di applicazioni in esercizio effettivo, usate dalle aziende, i container devono poter garantire solida sicurezza, scalabilità, storage persistente e possibilità di gestione superiori ai livelli normalmente offerti. E qui si innesta la promessa dei due vendor, già uniti in passato da precedenti collaborazioni.

Grazie a nuove integrazioni, servizi e architetture di riferimento, sarà possibile gestire al meglio i container usando come base hardware i sistemi di storage di Hewlett Packard Enterprise (come i modelli Hpe 3PAR e Nimble Storage e come l'infrastruttura “componibile” Hpe Synergy) e come strumento di gestione la Red Hat OpenShift Container Platform (una soluzione Platform-as-a-Service per l'orchestrazione, compatibile con Kubernetes e Docker). Le singole novità realizzate a quattro mani arriveranno un po' per volta, da adesso all'autunno.

È già disponibile una nuova Reference Architecture per i sistemi Hpe Synergy (con Hpe 3Par e Nible Storage): la presenza del file system Gluster FS e il design validato facilitano l'uso dei container, dalla fase di sviluppo applicativo a quella di produzione. Le altre novità arriveranno, invece, a settembre. Con isistemi componibili Synergy sarà possibile avvalersi di un'unica infrastruttura per eseguire container su macchine virtuali o su bare metal, ma anche applicazioni tradizionali. Si potrà, insomma, comporre a piacimento il proprio mix di risorse tradizionali, virtuali e containerizzate.

A garantire storage persistente, altro requisito delle applicazioni messe in produzione, penseranno nuovi funzioni della OpenShift Container Platform con cui sarà possibile fare il provisioning delle dimensioni dei container, proteggere i dati al loro interno e definire I livelli di Quality-of-Service sugli array di storage Hpe 3Par e Nimble. Per aiutare sviluppatori e aziende ad accelerare i loro progetti debutteranno nuovi playbook di Ansible e guide che spiegheranno come creare automazioni sull'hardware di Hpe con la OpenShift Container Platform. Sistemi fisici potranno essere facilmente controllati e gestiti sotto vari aspetti (disponibilità, connessioni di rete, load balancing, storage persistente, sicurezza dei container e del sistema operativo) e, assicurano i due vendor, basteranno due ore per completare il deployment di un ambiente container con applicazioni in produzione.

 

Hpe Synergy

 

 

Due, invece, le novità riguardanti la sicurezza. La prima sarà la possibilità di usare la piattaforma di orchestrazione di Red Hat insieme ad Hpe Cloud Volumes o ad Hpe Cloud Bank Storage (oppure insieme a entrambi) per attività di backup e ripristino. In secondo luogo, saranno introdotti strumenti di sicurezza nei sistemi di Hpe sia a livello firmware (nel Silicon Root of Trust di decima generazione) sia a livello di sistema operativo o inferiore (nel Workload Aware Security for Linux di Hpe). In arrivo, infine, nuovi servizi con cui i due vendor aiuteranno i clienti ad adottare la OpenShift Container Platform, creando ex novo degli ambienti di container o spostando sulla piattaforma di Red Hat ambienti esistenti. Come sintetizzato da Ashesh Badani, vice president e general manager OpenShift di Red Hat, l'obiettivo di fondo è quello di realizzare “una soluzione basata su container che permetta ai clienti non solo di creare applicazioni cloud-native e microservizi, ma anche di modernizzare le applicazioni legacy”.

 

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