25/07/2018 di Redazione

Da Google più intelligenza in G Suite e novità per sviluppatori

Annunciati al Google Cloud Next nuovi strumenti per applicazioni containerizzate e microservizi, ma anche funzionalità di machine learning in Gmail e un'alleanza con Cisco per Webex.

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Con il cloud di Google si può lavorare sempre meglio, si possono sviluppare applicazioni di ogni genere e cavalcare l'onda dell'intelligenza artificiale. È chiaro il messaggio della società di Mountain View, la cui “nuvola” è nata come premesse più consumer rispetto a quelle, da sempre molto “aziendali”, di Amazon Web Service e di Microsoft. Un messaggio non nuovo, ma ribadito dagli annunci della conferenza apertasi ieri a San Francisco, l'annuale Google Cloud Next. Non sono mancate novità di piattaforma per lo sviluppo di applicazioni (con particolare riferimento a container e microservizi), novità di applicazioni immediatamente rivolte agli utenti finali (quelle della GSuite, recanti una promessa di maggiore produttività) e ancora soluzioni di machine learning, senza dimenticare un allargamento delle alleanze tecnologiche e commerciali (in particolare con Cisco).

 

Se ci fossero dubbi sull'importanza di tutto questo, li cancellano i numeri: con ventimila partecipanti registrati, quello in corso a San Francisco è “il più grande evento di Google di sempre”, come sottolineato dal palco dall'amministratore delegato della divisione cloud, Diane Greene. Nel suo keynote la dirigente ha parlato di sicurezza e di intelligenza artificiale, definendoli rispettivamente come “la preoccupazione numero uno” e “l'opportunità numero uno”.

 

Nuove abilità per microservizi e container

Una buona parte degli annunci ha riguardato la Cloud Services Platform, che fornisce un framework di sviluppo, gestione e controllo per le applicazioni, siano esse destinate a risiedere nel cloud di Google oppure onpremise. Il Kubernetes Engine, un ambiente gestito per la distribuzione delle applicazioni containerizzate, è stato aggiornato con alcune funzioni di gestione delle Api, gestione multi-cluster, serverless computing e rafforzamento delle policy. Si è parlato poi di Istio, una rete mesh di servizi open-source che permette di collegare, gestire e rendere sicuri i microservizi, a cui Google lavorava da un anno e già disponibile tramite GitHub: la notizia è la disponibilità della versione 1.0.

 

Accanto a questo prodotto debuttano anche Managed Istio (in versione alpha, è servizio mesh disponibile sul Kubernetes Engine, che aggiunge all'edizione normale alcune funzionalità enteprise) e Apigee Api Management for Istio (piattaforma di gestione Api per Istio). Esordisce poi Cloud Build, una piattaforma completamente gestita per il CI/CD (continuous delivery/continuous deployment), che permette di realizzare applicazioni serverless e che si integra con alcuni popolari strumenti per lo sviluppo software. Sempre all'interno della Cloud Services Platform l'azienda ha annunciato Stackdriver Service Monitoring, un servizio che permette agli amministratori di microservizi di poterli controllare e gestire in tempo reale, da una singola dashboard.

 

 

 

Intelligenza artificiale per tutti

Per sviluppatori e aziende non sono mancate alcune novità nel campo dell'intelligenza artificiale. I servizi Cloud AutoML Vision, Natural Language e Translation permettono di inserire nelle applicazioni, in modo relativamente semplice, delle capacità di riconoscimento delle immagini, di comprensione del linguaggio naturale e di traduzione. Debutta in versione alfa un processore Asic, TPU V3s, progettato da Google per carichi di lavoro machine learning, mentre la Dialogflow Enterprise Edition (con cui è possibile creare applicazioni di chatbot e assistente vocale) è stata migliorata.

 

Google si è anche preoccupata di portare più intelligenza artificiale nella sua G Suite, a uso e consumo immediato dell'utente finale. Nelle chat di Hangouts debutta la funzione Smart Reply, mentre con Smart Compose, che sarà introdotto nelle prossime settimane in Gmail, mentre si scrive un messaggio alcuni elementi potranno comparire in automatico elementi come saluti, frasi ricorrenti e formule fisse. Su Docs, invece, un metodo basato sul machine learning (“un approccio unico”, sottolinea Google) segnalerà errori grammaticali, sia semplici sia complessi, e suggerirà come correggerli; al momento questa funzione è disponibile in beta solo per gli iscritti al programma Early Adoper di G Suite. In quest'ultima debuttano, infine, alcune novità riguardanti la sicurezza e la privacy: la possibilità di decidere dove archiviare i dati primari delle applicazioni (se in Europa, negli Stati Uniti o un po' ovunque) e lo strumento Security Center. Con quest'ultimo gli amministratori It possono cancellare email maliziose, rimuovere file da Drive e capire se qualche dispositivo di una rete sia stato infettato e quale o se ci sia stata una condivisione di dati con l'esterno.

 

 

Nuova alleanza con Cisco

Molte, davvero, le partnership tecnologiche di cui si è parlato nella prima giornata di conferenza. Oltre ad alcune collaborazioni con Vmware, Intel, Sap, Salesforce, Box, Accenture, NetApp e altri ancora, particolarmente significativa è l'alleanza con Cisco, per cui è stata annunciata una “prima ondata” di integrazioni fra le rispettive tecnologie, lasciando intendere ulteriori sviluppi futuri. In questa prima fase, le due aziende lavoreranno affinché alcune capacità di intelligenza artificiale della G Suite funzionino in modo integrato con Webex, l'applicazione di Cisco per le Unified Communication and Collaboration. Sarà possibile, per esempio, fissare un appuntamento Webex in un solo click direttamente da Google Calendar, oppure usare le applicazioni di Drive (Docs, Sheets, Slides e Forms) all'interno di Webex, per collaborare a distanza su documenti di vario tipo. Attraverso un kit di sviluppo sfotware (Webex Teams Android Sdk) gli sviluppatori ptoranno aggiungere ad applicazioni Android alcune fuzioni di Webex.

 

Una nuvola in espansione

Il cloud, nelle sue diverse forme, per il gruppo Alphabet cresce a doppia cifra in giro d'affari, essendo arrivato a valere più di un miliardo di dollari a trimestre. É la prima volta che la società fornisce il dato scomposto (l'attività cloud rientra nella più ampia voce “other revenues”), quindi non possiamo fare confronti con trimestri o anni precedenti. Google è tuttavia certamente uno dei colossi più solidi in questo mercato, mentre la cinese Alibaba occupa ormai un posto tra i big di questo mercato e mentre Ibm si concentra sull'offerta di piattaforma e software “as-a-Service”.

 

Per l'Infrastructure-as-a-Service, invece, il Magic Quadrant di Gartner continua a posizionare Microsoft Azure e Aws tra i leader: nell'analisi dello scorso maggio Google merita anch'essa di stare in questo quadrante, collocata però a debita distanza dai due concorrenti. Ma se non è altrettanto forte, spiega Gartner, è per ragioni commerciali (veicolazione dei contratti, licenze e tariffe) e non per inferiorità tecnologica. A Big G, anzi, va riconosciuta una focalizzazione della prima ora sull'intelligenza artificiale, che d'altra parte è uno dei pilastri sia dell'advertising sia delle ricerche Web di Google.

 

 

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