22/07/2015 di Redazione

Dimissioni per il Ceo dello scandalo, Toshiba guarda avanti

L’amministratore delegato Hisao Tanaka e altri due dirigenti lasciano l’azienda, che cerca ora una riabilitazione pubblica dopo aver ammesso irregolarità fiscali superiori al miliardo di euro di profitti dichiarati e non reali.

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Cambio di vertice e inizio dell’operazione di “taglio delle teste” in Toshiba. Dopo lo scandalo dei bilanci falsificati, su cui il governo giapponese ha aperto un’indagine, l’amministratore delegato  Hisao Tanaka ha rassegnato le dimissioni, e così hanno fatto anche il vice chairman, Norio Sasaki, il consulente Atsutoshi Nishida e altri membri del consiglio di amministrazione, annunciando la loro decisione in conferenza stampa.

“Prendiamo molto sul serio l’accaduto e vorremmo scusarci con tutto il cuore con i nostri azionisti e con tutti gli stakeholder”, ha detto Tanaka alla platea di giornalisti, riferendosi alle irregolarità fiscali che nel corso di sette anni hanno gonfiato di quasi 152 miliardi di yen (più di 1,1 miliardi di euro) i profitti del gruppo.

Questa è la stima fatta da una società indipendente, chiamata in causa dalla stessa Toshiba in primavera e dopo un'indagine interna, per verificare i conti della divisione che tratta le tecnologie per le centrali nucleari. La correzione al rialzo dei profitti, infatti, sembra legata alla necessità di coprire i crolli finanziari di questo ramo di attività, seguiti al terremoto e al disastro della centrale di Fukushima del 2011.

L’ex amministratore delegato ha anche ammesso che la dirigenza di Toshiba ha “serie responsabilità” e che l’azienda dovrà “costruire una nuova struttura” per poter iniziare un nuovo corso. Al posto di Tanaka è stato nominato ad interim l’attuale chairman, Masashi Muromachi. Il prossimo passo verso il cammino di “riabilitazione” agli occhi degli investitori sarà la pubblicazione dei bilanci riveduti e corretti, attesa entro agosto.

Dall'annuncio dell'indagine di accertamento fiscale, nel mese di maggio, i titoli di Toshiba hanno subito un declino di circa il 18% del loro valore, salvo poi recuperare un 6% nella seduta borsistica seguita alle dimissioni di Tanaka.

 

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