13/03/2018 di Redazione

Dropbox, l'unicorno del cloud storage riduce le ambizioni pre-Ipo

A detta del Financial Times, per l'attesa offerta pubblica iniziale la società di San Francisco potrà raccogliere fra i 7 e i 7,9 miliardi di dollari. Meno di quanto sperato.

immagine.jpg

Dropbox riduce leggermente le ambizioni, ma la sua sarà comunque una Ipo da inserire negli annali dell'industria tecnologica. Invece dei 10 miliardi di dollari agognati per la sua offerta pubblica iniziale, attesa a giorni o settimane, la società di San Francisco sinonimo di cloud storage (il suo omonimo servizio per l'archiviazione e condividisione di file, gratuito e premium, le ha garantito nel 2017 un giro d'affari di 1,1 miliardi di dollari) dovrà probabilmente accontentarsi di una valutazione compresa fra 7 e 7,9 miliardi di dollari, secondo quanto riferito dal Financial Times. Il valore delle singole azioni oscillerà fra 16 e 17 dollari.

Probabilmentequindi, secondo gli analisti, l'Ipo si fermerà ben al di sotto (un 30% in meno) del livello massimo di valutazione raggiunto quattro anni fa in occasione di un round di finanziamento privato, 10 milardi di dollari appunto. Dropbox è in effetti un servizio popolare, che cresce in utenza e in funzionalità e che sta continuando a migliorare la propria user experience con una serie di integrazioni, ultime quella con i servizi del cloud di Google e con la piattaforma Crm di Salesforce. Il suo problema è semmai ancora quello della profittabilità, un problema certo diventato meno macroscopico (essendo le perdite annuali passate dai 326 milioni di dollari del 2016 agli 111,7 milioni dell'anno scorso) ma ancora presente.

Dropbox ha già presentato alla Securities and Exchange Commission statunitense i documenti propedeutici allo sbarco in Borsa, e più precisamente al Nasdaq, dove figurerà con la sigla Dbx. Se anche l'Ipo dovesse essere inferiore alle iniziali speranze, si tratterà comunque di un evento notevole che avrà come protagonista uno degli “unicorni” tecnologici più presenti nella vita quotidiana, personale e lavorativa, di centinaia di milioni di utenti. Per altri il debutto in Borsa è ipotizzato per il prossimo anno Uber ed Airbnb, per esempio, società dal fatturato superiore al miliardo e valutate rispettivamente 48 e 30 miliardi di dollari.

 


 

ARTICOLI CORRELATI