Le generazioni più giovani portano nel mondo del lavoro conoscenze, abitudini e desideri del tutto nuovi. Sono i Millenial, secondo le definizione di CA Technologies, che ha sponsorizzato una ricerca specifica. Cosa si aspettano i più giovani dalle aziende, e come le cambieranno? E le aziende stesse, sono preparate alle novità che si stanno manifestando in questi anni?
È, recita lo studio, "la generazione di età compresa tra i 18 e i 30 anni caratterizzata da una innata predisposizione all'uso di computer, smartphone e un'infinita varietà di dispositivi elettronici". Stanno entrando nelle aziende portando con sé una cultura nuova, aspettative da soddisfare, e in un certo senso una piccola rivoluzione.
Il 50% dei giovani vuole lavorare lontano del'ufficio e il il 60% fa ricorso a servizi cloud come DropBox
Sì perché quasi tutti sono abituati, motivati e desiderosi di usare la tecnologia in mobilità. Lo fanno già per sé stessi e vogliono farlo anche per lavoro. Sperano di usare i propri dispositivi in modo esclusivo (23%) o insieme a quelli aziendali (64,5%). E sono convinti che lavorare in ufficio sia superfluo (52%).
I Millenial hanno quindi già un'idea dello spazio di lavoro, e anche di come gestire le attività – dall'ufficio, da casa o dalla spiaggia non conta – in mobilità, comunicando tramite IM, Skype e mail. Quanto ai dati, il 60% di loro usa servizi cloud (Google Docs, DropBox, etc.), contro il 66% che si affida alle più classiche chiavette USB – che sono in discesa libera.
E dall'equazione non escono nemmeno Facebook, Twitter e social network in generale. I ragazzi si aspettano di poterli usare più o meno liberamente anche sul luogo di lavoro. E un terzo di loro è pronto a saltare le barriere aziendali per farlo.
Per le aziende si tratta di una grande sfida, ma anche di una grande occasione per passare (finalmente) al lavoro in remoto e alla mobilità totale, al momento ferma al 18,5%. Per ora tuttavia ci sono resistenze alla "creazione di un ambiente di lavoro collaborativo e virtuale, sia sul piano della cultura aziendale (72,3%) che su quello organizzativo (39,9%) e dell'adeguamento delle infrastrutture".
Quindi per ora le aspettative del Millenial non saranno soddisfatte: il 50% di loro vuole lavorare lontano dall'ufficio, ma solo il 15% delle aziende considera questa possibilità rilevante. Quanto ai social network, le posizioni delle aziende sono diverse: si procede per gradi da un divieto totale, a un accesso limitato a certi momenti, fino alla più totale libertà.
C'è poi da risolvere l'enorme questione della sicurezza. Le nuove abitudini digitali possono mettere a rischio i dati aziendali, e per di più molte imprese sono ancora alla preistoria, da questo punto di vista.
Al momento quindi le imprese italiane – salvo alcune eccezioni – non sono pronte ad accogliere le nuove generazioni, e soprattutto il carico d'innovazione che portano con sé come marca culturale. Una situazione che speriamo possa cambiare velocemente: si tratta dopotutto solo di un po' di buona volontà. Se un gigante come Microsoft riesce a far lavorare i propri dipendenti da casa (Microsoft: andate a lavorare a casa, oggi fa freddo), perché non dovrebbero riuscirci gli altri?