04/02/2016 di Redazione

Google se la prende con download e link ingannevoli

L’aggiornamento delle funzionalità di Safe Browsing prende di mira l’ingegneria sociale e i bottoni fraudolenti, che potrebbero far “rimbalzare” gli utenti su pagine contenenti malware. In caso di sospetto il motore di ricerca bloccherà la navigazione.

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Google introduce una nuova funzionalità per la navigazione sicura degli utenti, nell’ottica della filosofia di “Safe Browsing”. In caso gli algoritmi di Big G dovessero identificare siti fraudolenti con link ingannevoli o altro materiale non proprio trasparenti, verrà mostrata una pagina di alert e la navigazione verrà di fatto bloccata. L’obiettivo è prevenire i tentativi di ingegneria sociale, che cercano di ingannare gli utenti proponendo contenuti (collegamenti, bottoni, falsi allarmi) realizzati ad hoc per aumentarne la credibilità agli occhi dei naviganti. “I contenuti embedded in una pagina Web verranno da oggi considerati ingegneria sociale sia quando si maschereranno da entità affidabile, come il vostro dispositivo, il browser o lo stesso sito, sia quando cercheranno di farvi fare qualcosa che fareste soltanto davanti a un’entità fidata, come inserire una password o contattare il supporto tecnico”, ha scritto Lucas Ballard, Safe Browsing team di Google.

La navigazione sicura è presente di default su Chrome per desktop da tempo, mentre lo è per dispositivi Android soltanto da dicembre 2015, quando Big G ha rilasciato la versione 47 della propria applicazione mobile. Lo scorso novembre il colosso di Mountain View ha ampliato le potenzialità del Safe Browsing, prevedendo anche uno scudo solido contro i tentativi di ingegneria sociale.

 

La schermata di alert di Google

 

Secondo dati diffusi da Google, circa un miliardo di persone utilizza la funzione navigazione sicura e sono decine di milioni gli utenti che ogni giorno visualizzano avvisi nel browser. Uno dei picchi si verificò a luglio 2012, quando una campagna infettò oltre 106mila siti unici, indirizzando i naviganti ad altre pagine in grado di eseguire l’exploit kit Blackhole. In seguito a questa infezione, oltre novanta milioni di utenti iniziarono a ricevere avvisi relativi al malware.

 

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