10/02/2015 di Redazione

Guerra dei brevetti, Microsoft e Samsung firmano la pace

I due colossi hanno chiuso ufficialmente la disputa legale davanti alla corte federale di New York e all’International Court of Arbitration, senza svelare dettagli. Il conflitto riguardava un contratto di cross licensing firmato nel 2011 e poi infranto, d

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Si placano i venti di guerra tra Microsoft e Samsung sull’affaire Nokia e si chiudono così mesi di dispute legali tra i due colossi, impegnati in un serrato confronto su brevetti e royalty. I termini definitivi dell’accordo non sono stati resi noti. Per capire meglio, facciamo prima un passo indietro. Il campo di battaglia tra le due aziende riguardava una collaborazione avviata nel 2011 su alcune licenze di sfruttamento cross licensing di proprietà intellettuali. Un contratto definito da Redmond “estremamente vantaggioso per entrambe le parti”, che prevedeva da una parte il pagamento dei diritti d’autore su tutti i dispositivi mobile basati su Android e, dall’altra, la collaborazione nello sviluppo e nella commercializzazione dei Windows Phone.

Le vendite di Samsung nel settore smartphone iniziarono, sempre secondo Microsoft, a decollare anche per merito di quell’accordo. Infatti, al momento della firma, la compagnia sudcoreana consegnava 82 milioni di terminali telefonici smart nel mondo. Solo tre anni dopo la cifra era quasi quadruplicata, raggiungendo i 314 milioni di unità.

Poco dopo essere diventato il marchio numero uno a livello globale nel mercato degli smartphone, Samsung decise però di stracciare gli accordi con Microsoft, adducendo come motivazione l’acquisto da parte di Redmond della divisione Devices and Services di Nokia.

 

 

Per questo, Microsoft passò alle azioni legali e citò in giudizio gli asiatici presso una corte federale di New York. Ora la buriana sembra essere passata e il cielo dovrebbe essere tornato sereno, anche se non è dato sapere a quale prezzo. Abbiamo soltanto le poche righe di comunicato siglato dai vertici aziendali: “Samsung e Microsoft sono lieti di annunciare la fine della loro disputa contrattuale, sia sotto la corte Usa che al cospetto dell’International Court of Arbitration. I termini dell’accordo sono riservati”.

 

 

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