05/10/2011 di Redazione

HP chiude con Autonomy, ora deve decidere sui pc

Hewlett Packard ha finalizzato l'accordo di acquisizione di Autonomy, per la quale ha pagato 25,50 sterline per azione, che corrisponde a circa l'87,34% del capitale sociale emesso dalla compagnia inglese. Ora il Ceo Meg Whitman deve occuparsi dello spin

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HP ha finalizzato l'acquisizione di Autonomy, che pagherà in contanti al prezzo di 25,50 sterline per azione. L'azienda continuerà a operare in modo indipendente sotto la guida del fondatore e amministratore delegato Mike Lynch, che d'ora in poi avrà però l'obbligo di rispondere alla nuova proprietà dei risultati del suo operato.

Gli azionisti titolari delle oltre 213 milioni di azioni di Autonomy hanno dato il loro assenso affiché HP acquistasse l'intero capitale sociale dell'azienda, pagando l'equivalente dell'87,34 per cento del capitale emesso dall'azienda.

Autonomy si occupa di software per la gestione dei dati e ha un potenziale di 25 mila clienti sparsi per tutto il mondo, che adesso potrebbero beneficiare dell'acquisizione per appoggiarsi a soluzioni integrate complete.

Meg Whitman, neo presidente e amministratore delegato di HP che ha proseguito con l'acquisizione iniziata dal suo predecessore, ha salutato l'accordo spiegando che "siamo impegnati ad aiutare i nostri clienti a risolvere le loro sfide IT più difficili. La crescita esplosiva dei dati strutturati e non strutturati è un'opportunità per consumatori, imprese e governi. Autonomy dispone di soluzioni complementari alle nostre che aumenteranno la nostra capacità di analisi dei dati anche via cloud e di capacità di gestione del flusso di lavoro".

Ora HP ha altre decisioni strategiche da prendere: l'ex CEO Leo Apotheker aveva annunciato in agosto lo spinoff della divisione PSG (Personal System Group) e il suo successore, Meg Whitman, dovrebbe prendere una decisione sul da farsi. Le tempistiche che erano state ventilate da Apotheker erano di 12 mesi, ma stando alle notizie di oggi la Whitman vorrebbe accelerare i tempi.

Meg Whitman, neo presidente e amministratore delegato di HP

Nel corso di una conferenza stampa, infatti, la Whitman ha dichiarato che intende decidere il destino della divisione PSG entro la fine di ottobre. In ballo ci sono affari per 41 miliardi di dollari e una decisione è fondamentale in quanto HP potrebbe pagare l'incertezza dei clienti con un crollo degli ordini. Nonostante il momento difficile di mercato, infatti, HP è comunque il primo produttore mondiale di computer, con un focus sulle aziende che gli dà un vantaggio importante rispetto ai concorrenti diretti.

Il trend del secondo trimestre ha visto comunque una crescita delle quote di mercato di HP, che ha un know how preziosissimo che rischia di anadare sprecato con un'attesa troppo lunga, per questo la Whitman ha dichiarato fuori dai denti che "dobbiamo prendere una decisione definitiva su cosa fare con la divisione PC. Voglio definire la questione prima della fine di ottobre."

Quello che sperano molti è che la Whitman vada in controtendenza rispetto alle decisioni di Apotheker e che mantenga l'assetto attuale, ma uno spinoff potrebbe in realtà tutelare il valore azionario in caso di perdite nelle vendite hardware, riducendo la pressione degli investitori sul Consiglio di Amministrazione.

Oltre ai rapporti con l'esterno la Whitman ha in questo momento il difficile compito di tenere alta la fiducia dei dipendenti, che secondo lei hanno bisogno di recuperare da una "sindrome post-traumatica" a seguito della successione del CEO.

Il discorso della Whitman è piaciuto agli investitori: le azioni di Hewlett-Packard hanno guadagnato 82 centesimi, pari al 3,7 per cento, salendo a 23,02 dollari.


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