12/06/2019 di Redazione

I modem 5G di Intel fanno gola ad Apple?

La Mela, secondo indiscrezioni, sarebbe interessata alla divisione tedesca di Intel che produce chip per le reti di quinta generazione. In questo modo Cupertino potrebbe ridurre la propria dipendenza dai fornitori.

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Apple potrebbe approfittare del ritiro di Intel dal mercato dei modem 5G per dispositivi mobili. Secondo quattro fonti contattate da The Information, la Mela sarebbe interessata a rilevare la divisione tedesca del produttore di chip specializzata proprio in questi componenti. La presenza di Intel in Germania è dovuta all’acquisizione, completata nel 2011, della business unit mobile di Infineon, azienda nata nel 1999 da una costola di Siemens. Rilevare la produzione tedesca del colosso di Santa Clara aiuterebbe sicuramente Apple a velocizzare l’integrazione dei modem 5G nei futuri iPhone, ma è da tempo che si rincorrono voci sulle velleità autarchiche di Cupertino. Fino ad oggi si è trattato solo di indiscrezioni senza che nulla di concreto di verificasse. Secondo The Information, un eventuale accordo includerebbe anche tutti i brevetti di Intel, i prodotti e centinaia di ingegneri che potrebbero aggiungersi alla forza lavoro della Mela.

Il chip maker californiano ha deciso di ritirarsi dal mercato dei modem 5G mobile dopo la pace siglata fra Apple e Qualcomm, in seguito ad anni di aspre battaglie legali. Intel ha candidamente ammesso che il gioco, con il concorrente di San Diego in campo, non varrebbe la candela. E una cessione della propria divisione (o almeno di una parte) potrebbe avere senso. L’importante sarebbe fare cassa per concentrarsi poi su altre attività, sfruttando le conoscenze accumulate per proporre soluzioni 5G in altri settori.

Intel non sembra comunque aver chiuso la porta ad Apple. “Abbiamo ingaggiato dei consulenti esterni per aiutarci a valutare alcune opzioni strategiche per il nostro business 5G”, ha commentato un portavoce dell’azienda. “Abbiamo ricevuto molto interesse ma per ora non abbiamo altro da aggiungere”.

Nel frattempo Cupertino starebbe valutando anche un piano B nel caso in cui dovesse verificarsi un’escalation della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. E il principale “salvatore” sarebbe Foxconn, già primo partner industriale di Apple. Secondo Young Liu, membro del comitato di gestione del colosso taiwanese, l’azienda sarebbe in grado di sostenere la domanda di cellulari proveniente dagli Usa delocalizzando una serie di impianti fuori dal Paese del Dragone.

“Possiamo aiutare Apple a far fronte alle sue necessità, il 25 per cento della nostra capacità produttiva non si trova in Cina”, ha spiegato Liu a Bloomberg, il quale ha citato anche velocemente una serie di investimenti effettuati in India. Nel subcontinente Foxconn assembla i modelli di iPhone più vecchi a Bangalore, mentre in un sito vicino a Chennai sono in fase di esecuzione i primi test di qualità sugli iPhone Xr. La produzione in volumi dovrebbe iniziare a breve.

Spostando gli impianti fuori dalla Cina il colosso di Cupertino potrebbe evitare i dazi eventualmente imposti da Washington sulle merci provenienti dal Paese del Dragone. Liu ha inoltre rimarcato gli investimenti da 1,5 miliardi di dollari in essere proprio negli Stati Uniti: un sito targato Foxconn dovrebbe diventare operativo entro la fine del 2020 per realizzare server, dispositivi di rete e schermi a cristalli liquidi per il mercato nordamericano.

 

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