28/08/2018 di Redazione

I Pixel 3 si metteranno in bella mostra il 9 ottobre?

Secondo Bloomberg, Google organizzerà un evento a New York per presentare ufficialmente i nuovi smartphone top di gamma. I dispositivi dovrebbero montare chip Snapdragon 845, 6 GB di memoria e notch sullo schermo.

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New York sembra essere diventato il palcoscenico preferito dai colossi tecnologici per lanciare nuovi smartphone. Samsung, ad esempio, ha scelto la Grande Mela due anni consecutivi per svelare i Galaxy S8, i Note 8 e i Note 9. A sorpresa, adesso anche Google potrebbe seguire l’esempio del competitor sudcoreano. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, Big G avrebbe fissato per il prossimo 9 ottobre lo show di presentazione dei tanto attesi Pixel 3 e Pixel 3 Xl, candidati insieme ai dispositivi di Samsung a competere con i nuovi modelli di iPhone ormai pronti al decollo. Gli anni passati, il colosso di Mountain View aveva sempre puntato su San Francisco, molto più vicina a casa. L’agenzia cita qualche anonimo ben informato sulle intenzioni di Google, ma al momento l’azienda californiana ha deciso di non commentare l’indiscrezione.

I prossimi top di gamma di Big G, secondo le fonti più accreditate, dovrebbero montare chip Qualcomm Snapdragon 845, 6 GB di memoria e 128 GB di storage. Per la prima volta farà la sua bella figura (o brutta, a seconda dei gusti) il notch, vale a dire la “tacca” superiore nello schermo che dovrà ospitare i tre probabili sensori fotografici anteriori e altri componenti. Inoltre, la cover posteriore dovrebbe essere interamente realizzata in vetro.

Al cuore del cellulare troveranno posto sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, che dovranno supportare le attività di Google Assistant. L’Ai è sempre più nei pensieri dei colossi dell’hi-tech e ovviamente, Big G non fa eccezione. In queste ore l’azienda ha pubblicato su Github il codice di un nuovo framework per il cosiddetto apprendimento per rinforzo. Basato sulla propria libreria di machine learning Tensorflow, il progetto Dopamine vuole fornire flessibilità, stabilità e riproducibilità allo sviluppo di algoritmi basati su questa tecnica.

L’apprendimento per rinforzo sfrutta “ricompense” e “punizioni” per insegnare ai sistemi ad apprendere e ad adattarsi alle variabili esterne. Questo meccanismo, ad esempio, è stato fondamentale per allenare i codici che hanno sconfitto il campione del mondo del gioco del Go ed è uno dei focus principali di Deepmind, realtà britannica specializzata nell’intelligenza artificiale e acquisita nel 2014 da Google.

 

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