16/10/2017 di Redazione

Ibm, pagamenti internazionali sicuri e veloci con il blockchain

L’azienda ha istituito la prima rete a blocchi per garantire l’affidabilità del denaro movimentato fra Paesi diversi, basandosi sul registro distribuito Hyperledger Fabric. Sono già partiti i primi test nell’area del Pacifico, ma l’obiettivo è portare la

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Ibm vuole proporsi come il partner tecnologico più affidabile del mercato in ambito blockchain. Big Blue ha presentato una nuova catena a blocchi pubblica per garantire l’affidabilità dei pagamenti internazionali, offrendo così una rete unica nel suo genere. La nuova soluzione è stata sviluppata in collaborazione con Klickex Group e Stellar.org. Sfruttare il blockchain in questo modo consente di rimuovere dal processo i vari intermediari che prendono in carico la transazione. Intermediari che, rispetto ai movimenti di denaro interni, sono più numerosi perché sono coinvolte valute differenti. Il registro distribuito messo a punto da Ibm, invece, permette a utenti privati e aziende che sono parte della rete di effettuare pagamenti diretti. “Abbiamo fatto un altro passo avanti per far diventare reale questa tecnologia in ambito enterprise”, ha spiegato a Zdnet Jesse Lund, vp of global blockchain market development di Ibm.

Si è rivelata fondamentale in questo senso la collaborazione con Klickex Group, provider di servizi finanziari regionali che ad oggi gestisce oltre il 60 per cento delle transazioni internazionali per i retailer fra Europa e area del Pacifico, e con Stellar.org, organizzazione non-profit che supporta una rete a blocchi open source l’emissione e lo scambio di asset digitali. Ma è della partita anche una serie di istituti di credito di diversi Paesi, dalla Spagna (Bbva) all’Indonesia, passando per Filippine, Giappone, Australia e così via.

“Nel prossimo futuro il network di Ibm darà l’occasione a un agricoltore di Samoa di siglare un contratto con un acquirente indonesiano”, ha scritto Big Blue in una nota. “Il blockchain verrà utilizzato per registrare i termini del deal, per gestire tutta la documentazione commerciale, per mettere eventuali garanzie e per finalizzare la transazione con pagamento immediato”.

 

 

Tutte le informazioni vengono trasmesse sull’Hyperledger Fabric di Ibm, che emette gli smart contract (e ne assicura veridicità e immutabilità nel tempo) necessari per portare a termine con successo l’accordo. La rete è già live ed è utilizzata da alcuni membri dell’Advanced Pacific Financial Infrastructure for Inclusion (Apfii), organizzazione pubblico-privata sponsorizzata dalle Nazioni Unite.

La regione pacifica è stata scelta per il limitato volume di transazioni giornaliero, ha spiegato il colosso di Armonk. L’obiettivo è ovviamente quello di testare la tecnologia su scala locale, per poi proporla su mercati più grandi e ben più fruttiferi, con l’ausilio di altri partner finanziari a partire dall’anno prossimo.

 

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