27/02/2015 di Redazione

Il Web è un bene pubblico: Obama riscrive la net neutrality

La Federal Communications Commission statunitense ha finalmente votato in merito al principio di neutralità del Web: quella promossa è l’accezione forte, che difende non solo la parità di accesso ma anche il ruolo di servizio pubblico della Rete. Grane in

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Festeggiano quasi tutti, negli Stati Uniti, dopo il voto di ieri sul controverso tema della net neutrality. Festeggia Barack Obama, sostenitore di lungo corso del principio di neutralità del Web, festeggia il suo “pupillo” Tom Wheeler, presidente della Federal Communications Commission e con gli altri due membri democratici dell’ente regolatorio che si sono espressi a favore dell’accezione forte del principio di trasparenza, apertura e parità di accesso alla Rete. Chi non festeggia sono gli Internet Service Provider, in testa Verizon, AT&T e Comcast, che da oggi risultano equiparati ai fornitori di servizi di pubblica utilità e dunque soggetti alle medesime regole previste dal Communications Act.

Che cosa significhi, in parole povere, è presto detto: non potranno “fare favoritismi”, offrendo canali preferenziali, migliori servizi, velocità di connessione maggiori e via dicendo ai clienti e ai siti o piattaforme che pagano di più. Il voto di ieri ha rifiutato categoricamente l’ipotesi di una Rete a due velocità, riclassificando il concetto di banda larga come servizio di pubblico interesse.

La battaglia sulla net neutrality, iniziata blandamente nel 2010 con la prima presa di posizione di Obama e poi acuitasi a fine 2014 con ulteriori dichiarazioni del Presidente (a novembre, in particolare, con un appello diretto alla Fcc), ha visto schierarsi democratici e repubblicani sui due fronti opposti. I primi hanno vinto, e con loro quello che spesso impropriamente viene definito “popolo di Internet” ma che in questo caso ha dimostrato di centrare la definizione: nei mesi scorsi, quattro milioni di cittadini statunitensi hanno tempestato la Federal Communications Commission di email e raccolte firme. “Ai quattro milioni di persone che hanno scritto all’Fc per sostenere l’Internet libero e aperto va il mio grazie”, ha scritto Obama in un comunicato.

Il ringraziamento di Barack Obama

 

Oltre alla politica e alla pressione popolare, un ruolo l’hanno avuto anche i grandi della Silicon Valley e in particolare YouTube (piattaforma per cui la velocità di connessione è vitale) ma anche un freelance d’eccezione come Steve Wozniak, cofondatore fuoriuscito da Apple, e il servizio di video on demand Netflix. Più controverso è il ruolo di Google, i cui interessi economici risultano sdoppiati: con YouTube, certamente l’azienda di Mountain View beneficerà della net neutrality “forte”, ma non vanno dimenticate le più recenti attività di fornitore di fibra ottica, che la avvicinano alle posizioni dei service provider.

 

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