02/05/2016 di Redazione

Intel rinuncia al mercato mobile low-cost: chip Atom in pausa

L’azienda interromperà la produzione dei processori Sofia e Broxton, destinati a tablet, notebook e smartphone di fascia medio/bassa. La strategia è quella di concentrarsi sui prodotti ad alto valore aggiunto, come quelli per cloud e la connettività 5G.

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Intel ci aveva creduto, facendo importanti investimenti e politiche di incentivo per gli Oem. Ma è arrivato il momento di mettere in pausa la produzione di chip per dispositivi mobili: i processori Atom delle famiglie Sofia e Broxton, destinati a noteboook e tablet di fascia medio/bassa, sono le prime vittime. Come riferito da alcune testate straniere (inizialmente da Forbes) e poi confermato da un portavoce dell’azienda, le risorse fino a ieri dedicate allo sviluppo e produzione di questi modelli veranno spostate su “prodotti che assicurano un maggiore ritorno economico e un progresso nella nostra strategia”.

Una dichiarazione che, spogliata dei formalismi di rito, allude a due fatti. Il primo è l’insuccesso, almeno dal punto di vista del profitto, di un’attività di differenziazione del business su cui Intel stava puntando, pur tra le difficoltà di un mercato (quello dei tablet) in rallentamento e di un altro (gli smartphone) che per la prima volta in questi mesi ha perso anch’esso un po’ di spinta. Nel primo trimestre del 2016, stando ai dati di Idc, le vendite mondiali sono cresciute appena dello 0,6%, anno su anno.

Il secondo elemento, l’allusione alla strategia, ci ricorda che i tassi di crescita sono altrove, sui prodotti destinati ai server per i data center interni alle aziende e per quelli che sostengono i servizi cloud. Inclusi nel novero ci sono anche i chip riprogrammabili, come quelli ereditati da Altera, recente acquisizione di Intel.

Tutte queste considerazioni si inseriscono in un quadro più ampio di razionalizzazione e taglio dei costi. La mossa più importante è certo il licenziamento di dodicimila dipendenti, ovvero l’11% della forza lavoro, entro il 2017. Come già noto da qualche giorno, inoltre, l’azienda californiana interromperà la produzione dei processori Atomx X5 con architettura Cherry Trail, destinati ai tablet, che saranno sostituiti dai Pentium e Celeron Apollo Lake. Questi ultimi si prestano maggiormente a far funzionare modelli “ibridi”, come i “due-in-uno” con schermo tattile e tastiera staccabile.

 

 

Attenzione, però: affermare che Intel sia pronta ad abbandonare il mercato dei prodotti mobile sarebbe errato. L’azienda sembra piuttosto voler potare i rami secchi, rinunciando a quella parte dell’offerta in cui la concorrenza di Arm sembra insormontabile. Al contrario, ci si concentrerà sui chip pensati per il 5G, destinati tanto a smartphone e tablet quanto agli oggetti connessi dell’Internet of Things. Su questa strategia, più focalizzata, e sull’attesa ripresa del mercato dei Pc si gioca il futuro del colosso di Santa Clara.

 

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