08/10/2011 di Redazione

Internet produce denaro, ma in Italia solo spiccioli

Un nuovo rapporto di Boston Consulting Group analizza il rapporto tra la Rete e l'economia di diversi paesi europei. L'effetto è benefico dovunque, ma ci sono differenze rilevanti tra un Paese e l'altro. E ancora una volta l'Italia è fanalino di coda.

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Secondo la società di ricerca Boston Consulting il divario tra il nord e il sud Europa si nota sempre di più, anche nell'andamento dell'economia digitale. La prova starebbe nel documento Sizing the Digital Economy, secondo il quale "paesi come la Danimarca, la Svezia e il Regno Unito stanno cogliendo dal contributo di internet al PIL il doppio dei benefici rispetto, ad esempio a Spagna e Italia".

Siamo quindi davanti a un'ulteriore prova del fatto che Internet può dare un contributo fondamentale alla crescita economica di un paese, e ancora una volta l'Italia risulta tra gli ultimi paesi tra quelli che riescono a sfruttare questo volano economico.

Come nello scorso giugno infatti Boston Consulting rileva che in Italia Internet contribuisce al 2,2% del PIL. Pochissimo, se confrontato al 7,2% raggiunto in altri paesi. Ad oggi Internet rappresenta un giro d'affari pari a 31,5 miliardi di dollari, che diventeranno 59 entro il 2015, cioè il 3,3% del PIL "con una crescita del 13% rispetto al 2009". Includendo anche il cosiddetto mCommerce, cioè il commercio da dispositivi mobili, si arriverebbe invece a 77 miliardi e al 4,3% del PIL, comunque molto meno di altri paesi europei oggi.

Piuttosto scontato il fatto che parallelamente l'Italia resti indietro per disponibilità e diffusione della banda larga, spesa totale di consumatori e imprese per acquisto di pubblicità online e livello di attività di consumatori, istituzioni e imprese che usano Internet.

Ancora di più quindi sembrano miopi le politiche di governo e istituzioni locali, che riservano allo sviluppo della banda larga il minimo dei fondi possibili, e per di più vincolati a una disponibilità tutt'altro che scontata. Nel nostro paese per di più c'è un mercato pubblicitario ancora saldamente rivolto alla carta stampata, alla radio e alla televisione – con un paradosso che porta la pubblicità online ad essere più economica, ma allo stesso tempo più precisa e misurabile.

Secondo Boston Consulting "le prospettive sono comunque positive: l'eCommerce sta crescendo in maniera rapida (14%) rispetto ad altri paesi e anche la crescita dell'advertising (15%) È stata superiore a quella della Francia (8%), del Regno Unito (9%) e degli Usa (13%)". Insomma, la nostra ancora di salvezza sarebbero gli acquisti online.

Poco incoraggiante anche il panorama delle imprese: quelle italiane che usano Internet vedono i loro utili aumentare, ma non quanto quelle di paesi come Belgio e Gran Bretagna.

"BCG sottolinea che, mentre le PMI stanno facendo del loro meglio nel tentativo di sfruttare i vantaggi di internet, i governi dovrebbero fare di più nel miglioramento delle infrastrutture", conclude il comunicato stampa.

David Dean, senior partner di Boston Consulting, ha affermato: "Certo, senza le infrastruttura [sic] niente può accadere. Ma non sempre le infrastrutture sono sufficienti: è importante anche incoraggiare le imprese, i governi e i consumatori ad andare online e i decisori politici ad assumere un atteggiamento 'attivo' verso il web".

Insomma, emerge il noto quadro di un paese dall'economia stagnante. Una situazione aggravate da un governo che non sa sbloccare gli investimenti sulla modernizzazione, da una cultura aziendale ancorata a vecchi schemi che non possono più funzionare. La tecnologia potrebbe aiutarci, ma prima dovremmo imparare ad aiutarci da soli. 


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