L'accordo tra Apple e Ibm è il frutto di otto mesi di trattative: questo è quanto emerge dal profilo realizzato da Fortune sull'amministratore delegato di Ibm, Ginni Rometty. Durante tutto questo tempo nessuna indiscrezione era trapelata all'esterno, nonostante i contatti siano stati frequenti e abbiano coinvolto svariati team, manager e divisioni.
La partenership, recentemente annunciata, prevede che i due colossi collaborino nello sviluppo di servizi ottimizzati per il sistema operativo iOS; Apple, inoltre, fornirà un supporto operativo 24 ore su 24, sette giorni a settimana, per i dispositivi acquistati da cllienti Ibm. “Siamo al 100% complementari”, ha dichiarato Tim Cook, riferendosi alla propria azienda e a quella di Rometty. “Nessuno di noi due potrebbe realizzare questo progetto da solo”.
"Abbiamo avuto un sacco di incontri, e la cosa buona era che coinvolgevano un ampio numero di figure professionali – i nostri team di progettazione, i loro team di progettazione, i nostri leader di settore, i loro responsabili commerciali e gli sviluppatori – permettendoci di capire cosa pensavano di noi e come noi la pensavamo riguardo varie applicazioni", ha commentato Bridget van Kralingen, senior vice president di Ibm Global Business Services.
Secondo Rometty, il legame con Apple rafforzerà la sua azienda e ne agevolerà il processo di rinnovamento. Quasi inutile ricordare come Big Blue sia, oggi, uno dei grandi leader del mondo dell'informatica: attualmente conta a libro paga circa 431.000 dipendenti in 170 Paesi. L'accordo con Apple dimostra però come sempre più, specie nell'ambito dello sviluppo di applicazioni e servizi mobili, stringere delle alleanze stia diventando strategico.