05/01/2012 di Redazione

L'ex Ceo di PayPal è il nuovo capo di Yahoo

Scott Thomson è stato nominato Ceo della casa californiana. Al manager il board ha assegnato la stessa missione affidata all'ex amministratore delegato Carol Bartz: liberarsi degli asset non profittevoli e recuperare valore per gli investitori.

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Scott Thomson è il nuovo amministratore delegato di Yahoo, e raccoglie l'eredità di Carol Bartz, licenziata dal CdA lo scorso settembre per  non aver portato risultati soddisfacenti a un'azienda che da tempo naviga in acque molto agitate.

Dopo tre mesi si conclude quindi la ricerca di un dirigente per quella che un tempo era l'azienda più importante della rete, e conta tra le proprie risorse un gran numero di utenti di Yahoo! Mail, e forse ancora più utenti Flickr, ma ben poco altro.

Scotto Thomson

Scott Thomson è il presidente di PayPal, e porta quindi con sé un'esperienza di successo che tutti conoscono. Da lui ci si aspetta che guidi Yahoo sulla strada dell'innovazione e della crescita, o almeno così si legge sul comunicato stampa emesso dall'azienda ieri.

Di certo l'azienda ha da recuperare molto valore, e nel più breve tempo possibile, perché sono molti gli investitori a fare pressione, e non mancano quelli che vedrebbero volentieri l'azienda venduta a pezzi, pur di recuperare il possibile.

E da questo punto di vista l'entrata in campo di Thomson non sembra partire bene, almeno a giudicare dalla risposta delle borse, che hanno visto il titolo scendere nelle ultime ore fino a poco più di 15 dollari. Ciò che ci si aspetta dal nuovo AD è che partecipi al "taglio dei rami secchi", cioè allo smembramento delle parti di azienda meno produttiva.

Si tratta comunque di una missione estremamente difficile, se l'obiettivo è quello di riportare l'azienda ai suoi passati splendori. L'azienda ha cominciato a soffrire con l'arrivo di Google e la migrazione in massa al nuovo motore di ricerca; sono rimasti molti utenti, fedeli ai servizi di posta elettronica, a Flicker, alle notizie di Yahoo! News e altro.

Oggi così quello tornare indietro nel tempo è un obiettivo che sembra davvero irraggiungibile. Thomson probabilmente guiderà vendite di asset e licenziamenti, e alla fine di Yahoo resteranno solo le parti buone, che qualcuno sarà disposto a comprarsi più che volentieri. Tra questi Microsoft sarà probabilmente in prima fila, ma i pretendenti – al momento giusto – non mancheranno.

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