23/04/2018 di Redazione

La blockchain “fai da te” è siglata Amazon Web Services

Aws ha lanciato una nuova offerta per creare template di reti pubbliche o private basate su Ethereum o Hyperledger Fabric, all’interno di container. Il provider promette estrema facilità di esecuzione e di gestione.

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Amazon Web Services (Aws) si mette in coda per salire sul carro della catena di blocchi. Il provider cloud ha svelato l’offerta Blockchain Templates, che permette a sviluppatori e aziende di lanciare una rete Ethereum (pubblica o privata) o Hyperledger Fabric (solo privata) “in pochi minuti e click”. Quello che si crea è di fatto un template che, in autonomia, configura tutte le risorse Amazon Web Services necessarie per avviare una rete sicura e scalabile. Il nuovo servizio di Aws effettua il deployment della catena di blocchi su container all’interno di un cluster Elastic Container Service (Ecs), oppure direttamente su un’istanza Ec2 (Elastic Compute Cloud) in grado di eseguire Docker. La blockchain “nasce” così nel Virtual Private Cloud (Vpc) del cliente, il che comporta diversi vantaggi fra cui la possibilità di ricorrere a subnet e al controllo degli accessi, oltre a sfruttare funzionalità proprie di Aws come il servizio Iam per decidere a quali risorse Ecs o Ec2 possono accedere.

Come sempre, la novità proposta del provider di Seattle prevede l’effettivo pagamento delle risorse impegnate per l’esecuzione della blockchain. Non sono quindi previsti costi aggiuntivi. Come detto, è possibile scegliere tra framework basati su Ethereum, soluzione ideata dallo sviluppatore russo Vitalik Buterin che consente di eseguire smart contract e app decentralizzate, oppure optare per Hyperledger Fabric, blockchain nata in seno alla Linux Foundation e supportata anche da Ibm.

La prima alternativa, sottolinea Amazon Web Services, va considerata nel caso in cui si vogliano “eseguire transazioni tra pari sul network pubblico di Ethereum, costruire una nuova rete pubblica o ricorrere al linguaggio Solidity per creare smart contract”. La soluzione progettata dalla Linux Foundation, invece, garantisce un livello di riservatezza maggiore e permette di “limitare le transazioni che le parti possono visualizzare”. Maggiori informazioni sono disponibili sul blog di Aws.

 

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