17/11/2017 di Redazione

La net neutrality potrebbe non mangiare il panettone

Il numero uno della Federal Communications Commission statunitense, Ajit Pai, svelerà la prossima settimana le novità sulla neutralità della Rete: l’idea è quella di votarle a metà dicembre, mettendo così la parola fine alla norma approvata durante l’ammi

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La net neutrality, l’insieme di regole di accesso al Web fissate dall’amministrazione Obama nel 2015, potrebbe venire smantellata tra un mese. Ajit Pai, presidente della Federal Communications Commission statunitense (ente che regola le tlc a stelle e strisce) appena confermato da Donald Trump per altri quattro anni, ha annunciato che la prossima settimana svelerà le novità che ha in mente sulla neutralità della Rete. Come riporta Reuters, infatti, è probabile che a metà dicembre si terrà una votazione nel quartier generale della Fcc che potrebbe mettere la parola fine alla norma oggi in vigore. Una norma che, fra le altre cose, impone che i servizi di accesso e di utilizzo di Internet non possano creare corsie preferenziali, accelerando o rallentando la navigazione in base a logiche monetarie o di concorrenza.

Una discussione, quella sulla net neutrality, che un paio di anni fa aveva visto intervenire i colossi della Silicon Valley e alcuni tra i nomi più celebri del Web, come Tim Berners-Lee, il quale si è poi speso per una battaglia analoga anche nell’Unione Europea. Oltre quattro milioni di persone avevano partecipato alla consultazione pubblica voluta dall’ex inquilino della Casa Bianca, che si era impegnato in prima persona per la sua approvazione. I provider tlc avevano comprensibilmente provato a mettersi di mezzo, sostenendo che un’accezione forte della norma avrebbe strangolato gli investimenti e messo a rischio migliaia di posti di lavoro.

L’impianto attuale della legge prevede infatti che i service provider vengano equiparati alle utility, cioè ai fornitori di servizi essenziali, con l’obbligo di rispettare le indicazioni fornite dal Title II del Communications Act: significa che le telco non possono differenziare l'offerta con canali “premium” e altri in cui la velocità di connessione sia deliberatamente limitata.

La visione di Pai e dell’amministrazione Trump è diametralmente opposta. Il passaggio a una versione più “leggera” della net neutrality è uno dei pallini del presidente repubblicano, che ha ovviamente trovato una solida sponda nel numero uno della Fcc. Già a maggio la commissione aveva approvato il piano, proposto da Pai, per rivedere la norma, aprendo così la strada a un voto entro la fine dell’anno.

 

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