09/01/2017 di Redazione

La Russia blocca anche le app mobili di Linkedin

Dopo lo stop al sito del social network, imposto a novembre, le autorità di Mosca hanno obbligato Google e Apple a rimuovere dai propri store online le applicazioni Android e iOs della piattaforma. L’azienda, di proprietà di Microsoft, aveva deciso di non

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Linkedin sparisce dalla Russia. Le autorità di Mosca hanno “chiesto” a Google e Apple di rimuovere dai propri store l’applicazione mobile del noto social network professionale. Ordine prontamente accolto dalle due aziende californiane. La notizia è stata riportata dal New York Times: Linkedin sarebbe colpevole di non aver rispettato leggi russe del 2014 in materia di data privacy. Già a novembre Mosca aveva avvertito il social network: le informazioni degli utenti russi vanno conservate in data center localizzati sul nostro territorio. Per provare a spronare l’azienda statunitense, di proprietà di Microsoft, il Roskomnadzor, l’ente governativo con responsabilità sulle comunicazioni aveva deciso di bloccare il sito della piattaforma.

Lasciando così a bocca asciutta circa cinque milioni di utenti e facendo sollevare l’indignazione all’estero, con molti osservatori che avevano esplicitamente parlato di censura. A quanto pare Linkedin non ha però fatto molto per accontentare i russi, da qui la decisione di rimuovere dagli store online le app mobili. Una condizione, quella del social network professionale, analoga a molti altri colossi della Silicon Valley.

Perché la rappresaglia di Mosca potrebbe essere un monito diretto a bocconi ben più appetitosi, Facebook e Twitter in primis. Linkedin, infatti, conta in Russia soltanto l’un per cento dei propri iscritti su scala globale. Perché prendersela proprio con questo bersaglio, quando realtà come Facebook e Twitter portano avanti le medesime pratiche di trattamento dei dati e su numeri ben superiori?

 

Una schermata dell'app di Linkedin per dispositivi iOs

 

In sfavore di Linkedin giocano un paio di elementi. In primo luogo, nel 2010 la società e il Cremlino erano ai ferri corti in seguito a un episodio di fuoriuscita di dati dalla piattaforma professionale. Incidente per cui la Russia aveva chiesto spiegazioni, anche in merito alla conservazione e al trattamento dei dati degli utenti. Chiarimenti mai forniti da Linkedin.

Inoltre, è probabile che Mosca se la sia presa con una realtà relativamente piccola proprio per far capire a soggetti più grandi l’aria che tira dalle parti della Piazza Rossa. “Siamo amareggiati dal blocco di Linkedin effettuato dal Roskomnadzor”, ha dichiarato a Recode un portavoce del social network. Una scelta che “nega l’accesso ai nostri membri in Russia e alle aziende che utilizzano Linkedin per far crescere il proprio business”.

 

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